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 2025  febbraio 24 Lunedì calendario

Nancy Dell’Olio contro Emiliano: l’avrebbe sfruttata


Un intero ristorante sul lungomare di Bari per due soli commensali; un incarico promesso e mai arrivato; un bando mostrato in anticipo che sembra costruito su misura, un’affascinante donna del jet set internazionale e un politico importante. Sembrano essere questi, a sentire il racconto di Nancy Dell’Olio, gli ingredienti della storia che ora la vede contrapposta al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.Lei, Nancy, biscegliese d’origine con casa e lavoro a Londra è stata “ambasciatrice di Puglia”, ha lavorato per la Croce rossa britannica, ha partecipato a cene con Carlo d’Inghilterra e con la Regina. Vanta un curriculum di incarichi lungo e denso. Per più di due lustri è stata la compagna dell’allenatore di calcio Sven-Göran Eriksson. Dal suo rifugio in Puglia racconta a La Stampa la sua storia. Michele Emiliano, interpellato, ha deciso di non commentare. «Roba vecchia, nessuna dichiarazione». Roba vecchia che inizia con l’incarico di “ambasciatrice di Puglia” affidato a Nancy Dall’Olio. «Un ruolo che non esisteva, il termine fu coniato dai giornali inglesi». Ma l’impegno preso con il presidente Emiliano racconta l’avvocata Dell’Olio era il seguente: «Avevamo concordato che sarei diventata la presidente di Puglia Promozione, l’ente della Regione che si occupa di Turismo. In attesa di insediare il Cda, operazione che doveva avvenire ben 5 anni fa, ma è avvenuta solo due mesi fa, mi sarebbe stato affidato l’incarico di Commissaria. La delibera della giunta però fu bloccata». Nel frattempo l’avvocata aveva lavorato con i pugliesi nel mondo e portava turisti e vip in Puglia (da Sarah Ferguson all’ambasciatore della Corea del Sud). E il contratto le veniva rinnovato ogni sei mesi, a partire dal 2019, per tre anni. «La mia nomina – aggiunge – fu osteggiata dallo staff del presidente e da Loredana Capone, all’epoca assessora al Turismo (ora presidente del Consiglio regionale). Ma Dall’Olio racconta anche di un bando che la riguardava che le fu mostrato prima. «Mi chiese di avere pazienza, di iniziare la collaborazione così, come consulente speciale. Accettai, ero fiduciosa. Dovevano prima preparare la legge, alla quale tra l’altro ho collaborato per la stesura, ma poi non sono stata mai nominata». Ad un certo punto, non le viene neanche più rinnovato il contratto semestrale. «Per 18 mesi – spiega l’avvocata – ho lavorato gratis in attesa che si perfezionasse il contratto. Mi sono sentita raggirata non solo dal presidente ma anche dal suo capo di gabinetto Stefano Stefanazzi (ora deputato del Pd). Sono stata autorizzata a portare avanti i progetti, le trasferte, ma nulla succedeva di quello che Emiliano mi aveva promesso».Ma come nasce l’accordo di collaborazione tra il governatore Pd e la consulente? Ed ecco che siamo al ristorante riservato per due soli commensali. Avvenne a una cena: quattro ore per conoscersi e riconoscere che avevano una visione identica sullo sviluppo del turismo pugliese. Quattro ore per gettare le basi di un accordo che però non è mai decollato e che ora è finito tra carte bollate e in un libro di prossima uscita. Ma davvero erano solo in due? «Ha presente il film C’era una volta in America? Emiliano ha riservato tutta la sala ristorante dell’Hotel delle Nazioni, sul lungomare, c’eravamo solo noi e il personale di servizio. Mi mostrò la luna che si poteva ammirare da quel panorama che offre il roof top. Ha deciso tutto lui, anche il menu e ha mangiato quasi tutto solo lui, io ero nervosa. C’era il carpaccio di tonno e una spigola al sale. Quando un uomo deve colpire e vuole far vedere la sua potenza succede».In quei mesi continua a lavorare come ambasciatrice della Puglia, cerca Emiliano «ma lui si nega», e allora manda una diffida «per dare il tempo al presidente e al suo staff di ragionare e darmi risposte, ma non succede nulla». Ora vuole giustizia. «Ho toccato con mano questa manifesta e perenne impunità – spiega – l’uso spregiudicato del potere: avevo il dovere di essere diretta e coraggiosa anche a nome di chi ha paura di parlare e di denunciare».Insomma, è l’ora della rabbia, dopo le promesse e la cena galante. Dell’Olio nega ogni relazione sentimentale con il governatore pugliese: «Non ero sorpresa che fosse colpito e abbagliato da me, ma devono valere molto più le competenze e le abilità professionali. Ho saputo dopo da parte del presidente che avevo suscitato gelosie, una voce irritante è che si diceva in Puglia che ci fosse una storia tra di noi, che io ero l’amante, ma io non ne ero a conoscenza, tutto avveniva a mia insaputa». Se le chiedi se ci sono affinità con la vicenda Boccia-Sangiuliano, Dell’Olio ribatte: tutt’altra storia, modalità ed eleganza diverse. L’unico punto in comune sta forse nel cerchio magico. Ma un governatore ha più potere di un ministro. Il mio caso è molto molto più grave. E ci sono una serie di reati, se ne occuperanno gli avvocati». «Intanto – conclude – mi aspetterei anche una chiamata dal Procuratore capo di Bari. Temo non arriverà». —