la Repubblica, 24 febbraio 2025
I fedeli di Bergoglio: «Solo lui contro la guerra»
ROMA – «Francesco non può lasciarci adesso. Ora che il mondo sembra precipitare, come possiamo andare avanti senza la sua voce? Chi dirà di no alla guerra? Chi dirà che i bambini, i malati, i disabili, i poveri, i senzatetto, gli ultimi che lui cita ogni giorno sarebbe giusto che fossero primi? Speriamo e preghiamo, Dio ci ascolterà». Il diacono Mario, diocesi di Bologna, indica il colonnato di Bernini scaldato da un sole primaverile: «Guardi, sembra un abbraccio, è l’abbraccio del popolo di papa Francesco, cattolici e non cattolici, cristiani, ebrei, musulmani, buddisti, ognuno prega con le proprie parole: resta con noi papa Bergoglio».La folla è immensa a piazza San Pietro, ma non c’è rassegnazione, c’è speranza, serenità tra i pellegrini che escono dalla porta santa e tra il foltissimo gruppo di diaconi, con le loro famiglie, arrivati da tutto il mondo, alla fine della messa a loro dedicata. C’era monsignor Fisichella invece di papa Francesco, ma il suo messaggio, «portate l’amore» è arrivato forte e chiaro. Il mondo prega: ogni parrocchia, ogni chiesa, ogni cappella, a Roma, ieri, tre sono state le “stazioni” dove persone di ogni età, famiglie e tanti giovani si sono riunite per mandare il loro pensiero al papa, perché «trovi sollievo nella sua sofferenza».Piazza San Pietro, il cortile del policlinico Gemelli dove al decimo piano Francesco è ricoverato, intorno alla statua di papa Wojtyla che qui fu curato fino alla fine. Palloncini, fiori, i disegni dei bambini così cari a Bergoglio, in una veglia di canti e ave marie fino a tarda sera. «Forza Francesco» siamo tutti per te», «ti auguriamo di tornare presto tra noi, noi bambini abbiamo bisogno di te», scrive Alice, sotto un arcobaleno, i piccoli come i grandi, Francesco non ci lasciare. Quindi la basilica di San Giovanni in Laterano, dove il cardinale vicario Baldassarre Reina, ha celebrato un messa pomeridiana. «In comunione di fede e di preghiera, ciascuno nella propria comunità innalzeremo al Signore la nostra supplica per il Santo Padre, affinché lo ricolmi della forza necessaria per attraversare questo momento di prova».L’infinita navata che dopo la ristrutturazione per il Giubileo collega Castel Sant’Angelo alle porte della basilica in un unico cammino pedonale, è un colpo d’occhio formidabile. Marta e Aurora Tettamanzi e la loro amica Alessia Mercuri, tutte e tre di 24 anni, di Como, non si stancano di fotografare statue, angeli, l’architettura, il selciato. Alessia: «Siamo cattoliche e credenti, abbiano passato tre giorni a Roma, dovevamo venire a San Pietro. Preoccupate? Sì, ma anche speranzose che sia in buone mani, il suo messaggio è fondamentale per noi giovani». Più in là un gruppo di Scout adulti conferma: «Francesco ha difeso i migranti, ha condannato il mercato delle armi, si è schierato contro le multinazionali che inquinano e rubano ai paesi poveri, è andato in Tv, è simpatico e si capisce quando parla. È un papa moderno. Senza di lui c’è il rischio di tornare indietro, la Chiesa mica lo ama». E il timore, tra le piazze che pregano per Bergoglio, è che a Francesco segua una restaurazione. Il rischio che al papa “semplice”, che ha scelto di abitare della casa di Santa Marta anzichè tra i fasti del Vaticano, ha scritto di voler essere sepolto a Santa Maria Maggiore anziché nella cripta di San Pietro, succeda un pontefice moderato e curiale. È Carmela Albonetti, 35 anni, medico che lavora in Africa, a mostrare i suoi timori: «Sono appena uscita dalla porta santa, è stata un’emozione. Papa Bergoglio ha messo sottosopra la Chiesa, ha fatto la rivoluzione, nelle periferie del mondo lo vedono come un santo. Francesco resisti, che Dio lo salvi». C’è anche Massimo D’Alema insieme alla moglie Linda Giuva a San Pietro. «Siamo qui per essere vicini al pontefice che ha detto e fatto cose molto importanti per la pace in un mondo tormentato. Una figura alla quale hosempre guardato con rispetto