la Repubblica, 24 febbraio 2025
Sui treni bodycam per la sicurezza dei controllori
ROMA – Raggiunti da piogge di sputi. Da cazzotti. Il 4 novembre, addirittura da una coltellata al fianco su un regionale che andava da Genova a Busalla, in Liguria. È la dura vita dei capitreno delle nostre ferrovie. Uomini e donne che rischiano la salute, in casi estremi addirittura la vita, soltanto perché fanno il loro lavoro. Controllano i biglietti su convogli locali non così vigilati e in fasce orarie che incoraggiano bulli e delinquenti ad aggredire o ferire. La mattina presto e la sera.Gli ultimi dati dicono che il fenomeno delle aggressioni a bordo è arginato, ma non ancora sconfitto. Per questo, Trenitalia rilancia un’arma (inoffensiva) che può dare una bella spallata ai malintenzionati: le telecamere sulle divise, le bodycam a protezione dei capitreno. Sono strumenti che il dipendente di Trenitalia porterà ben in vista all’altezza del taschino con un doppio obiettivo. Intanto l’occhio della telecamera può scoraggiare i delinquenti dall’aggredire, funzionando così da deterrente. Ma se qualcuno alza le mani o sfodera il coltello, il capotreno potrà subito attivare la registrazione filmando la scena. E il video sarà una prova certa delle azioni dell’aggressore – lo vedremo – facilitando il lavoro delle forze dell’ordine che indagano sui fatti o dei magistrati che li giudicano.La sperimentazione è già partita nel 2024 in Emilia-Romagna. Ma i capitreno con telecamera erano pochi, anche perché Trenitalia non ha imposto a nessuno di indossare il dispositivo. Chi è salito a bordo con la bodycam lo ha fatto su base volontaria. Adesso il Gruppo Fs ed Fs Security lanciano la fase due e tre dell’operazione di salvaguardia, dando un colpo sull’acceleratore. In queste ore, decine di telecamere sono distribuite al personale di Fs Security. È la società delle Fs che ha il compito di proteggere le lavoratrici e i lavoratori del gruppo, i passeggeri, i beni aziendali. Gli addetti di Fs Security monteranno a bordo dei treni regionali negli orari e lungo le tratte più a rischio. Avranno la telecamera sul petto e scorteranno i capitreno. La sperimentazione assume dimensioni senza precedenti, allargata ora a quattro regioni: Liguria, Toscana e Piemonte (che nel 2023 hanno avuto il primato di assalti alpersonale di bordo di Trenitalia), oltre alla Puglia. Da giugno, poi, le bodycam saranno direttamente sulle divise dei capitreno, e in un numero ancora maggiore di regioni, tra cui la Lombardia. Un annuncio informerà i passeggeri dei dispositivi di sicurezza (le bodycam, appunto) a disposizione dei dipendenti di Fs.Le telecamere – forti di un’autonomia di 12 ore – saranno accese a inizio turno, ma non registreranno niente. Sarà l’addetto di Fs Security o il capotreno a decidere se avviare la registrazione qualora si sentisse in pericolo. La telecamera è abbastanza capiente, grazie a una memoria da 64 gigabyte. Ed è anche solida perché la scocca – un po’ come i nostri cellulari – ha un livello di protezione IP67. Dunque non può essere infiltrata dalla polvere e resiste almeno mezzora, se immersa nell’acqua.Il capotreno, attenzion e, non ha accesso ai filmati. Non può vederli, né modificarli e tantomeno cancellarli, perché la telecamera li acquisisce in una modalità protetta, criptata. Il video potrà essere valutato solo dal personale di Fs Security dotato di speciali credenziali e condiviso con le forze dell’ordine, in caso di denuncia.Nel 2023, le denunce sono state 427. Tante. L’anno dopo, Fs è riuscita a contenere il fenomeno riducendole a 381. A gennaio del 2025 le denunce si sono addirittura dimezzate rispetto al gennaio 2024. Ora le telecamere possono regalare un sollievo ulteriore