Corriere della Sera, 23 febbraio 2025
Walzer: «Russia e Stati Uniti? Così si torna a Yalta, ma le sfere d’influenza non funzionarono. Per i realisti va bene se Mosca controlla i Paesi dell’Est»
Il filosofo americano parla a tre anni dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia: «Il dominio russo fu così brutale che provocò rivolte e può accadere di nuovo. E cosa farà l’Occidente? Trump potrebbe uscire dalla Nato, dire agli europei: è il vostro continente...»
Quello che dice Trump è che gli ucraini dovrebbero avere accettato i termini offerti da Putin prima dell’inizio della guerra», afferma il filosofo politico Michael Walzer. Cioè essere «neutrali».
«Sì, ed essere neutrali per Putin significa non essere nella Nato e accettare l’influenza russa».
Che cosa significa questo in termini geopolitici?
«È il trionfo di coloro che si fanno chiamare realisti ed erano contrari al supporto di Biden all’Ucraina sin dall’inizio. La posizione dei realisti è di fatto un ritorno a Yalta. Dicono che i russi hanno diritto a una sfera di influenza nell’Est dell’Europa. Ho letto un articolo sul Guardian che diceva semplicemente: dopotutto nessuno pensa che i russi vogliano conquistare l’Europa occidentale, perciò perché preoccuparsi? L’implicazione è che va bene se dominano in Europa orientale. E penso che questo sia l’accordo. Churchill nel 1945 si sedette con Stalin, tracciarono le linee sulla mappa; penso che lo stiano facendo anche adesso. E quello che è sconcertante è che Yalta non funzionò. Il dominio russo in Europa orientale fu così brutale che provocò resistenza, sollevazioni, e questo può accadere di nuovo. E che cosa farà l’Occidente? Penso che Trump in futuro potrebbe anche uscire dalla Nato, dire agli europei: è il vostro continente, fate quello che volete. Non so quale sarà la risposta. Finora la risposta verbale più forte viene dalla Gran Bretagna. Starmer sta offrendo di mandare truppe britanniche in Ucraina. Non so se sia possibile che altri Paesi europei rispondano in modo simile. Stiamo ancora aspettando, non c’è stata una chiara risposta a Trump. Mi interessa molto vedere come i finlandesi e gli svedesi vedranno il loro impegno nella Nato, poiché il loro ingresso è stato un segno della loro consapevolezza delle reali intenzioni di Putin».
Pensa che l’Europa occidentale non si preoccupi abbastanza?
«Penso che alcuni in Europa occidentale lo capiscano. L’espansione della Nato fu più una spinta venuta dall’Europa orientale che dall’Occidente. I Paesi europei dopo l’esperienza della dominazione sovietica volevano questa protezione e immagino che la vogliano ancora. Immagino che i Paesi Baltici e la Polonia siano molto preoccupati del loro futuro politico».
È chiaro cosa vuole Putin ma non è chiaro fino a che punto Trump sia pronto ad accontentarlo pur di porre fine alla guerra.
«Può porre fine alla guerra nei termini di Putin e poi qualunque cosa succeda si considererà innocente».
Molti credono che l’Europa non possa farcela senza l’America.
«Sì, ma che cosa significa farcela con l’America? Ho letto tutte le dichiarazioni di Pete Hegseth (il capo del Pentagono, ndr), del nostro vicepresidente, di Trump e sono concessioni effettive a tutti i punti che interessano Putin. Io non penso che Putin voglia incorporare nella Russia tutti i Paesi dell’Europa dell’Est. Penso che voglia quello che aveva Stalin, dopo Yalta. Vuole che ci siano governi in tutti i Paesi dell’Europa orientale che si inchinino a Mosca. E penso che la squadra di Trump sia pronta ad accettarlo. Per il momento sembrerà che Putin si è preso un pezzo di Ucraina, ma sono sicuro che nel tempo ci saranno aggiustamenti in ciascuno dei Paesi dell’Est europeo, con un allontanamento dall’Occidente e un allineamento alla Russia. Che scelta hanno?».
Chi sono i realisti oggi in America?
«Persone come John Mearsheimer (teorico americano delle relazioni politiche ndr), molto critico dell’appoggio di Biden all’Ucraina. Quello che i realisti pensano significhi è il riconoscimento che le grandi potenze hanno diritto ad una sfera di influenza. Gli Stati Uniti hanno diritto a fare quello che vogliono in America centrale e la Russia ha diritto di fare quello che vuole in Europa orientale e che il mondo è stato sempre così».
In che modo la situazione è diversa oggi rispetto al periodo dopo la Seconda guerra mondiale?
«Roosevelt e Churchill erano pronti a concepire il potere sovietico. I britannici erano entrati in guerra per difendere la Polonia e Yalta fu essenzialmente una resa della Polonia, un tradimento della Polonia, ma la situazione era diversa perché avevamo combattuto una guerra terribile e i sovietici erano stati i nostri alleati, per cui dare loro una parte dell’Europa orientale significava anche accettare la realtà di dove si trovava il loro esercito nei fatti. Quello attuale è un diverso tipo di tradimento».