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 2025  febbraio 23 Domenica calendario

Ucraina, tre anni di guerra europea


Mykola si sfila i guanti per impugnare un mucchio di sabbia grigioverde. È un gesto solenne, compiuto sul ciglio del cratere dove ogni giorno trecento operai estraggono a colpi di pala la preziosa grafite. Uno sbuffo di vento gelido gliela porta via. «Non l’abbiamo consegnata a Putin e dovremmo regalarla a Trump?». Era cominciata per la terra. Quella che i russi pretendevano e quella che gli ucraini difendevano. Tre anni e centinaia di migliaia di morti dopo la guerra si svela per quello che è. I negoziatori statunitensi che premono su Kiev per l’accesso ai “minerali critici” dell’Ucraina hanno tirato un colpo basso. Se Zelensky non cederà alle richieste Usa per accedere alle “terre rare”, Washington potrebbe tagliare l’accesso del Paese a Starlink, il sistema internet satellitare di Elon Musk. Mykola è di guardia alla miniera di Zavallya, dove la gra-fite viene poi lavorata chimicamente ricavando il grafene, vitale per produrre transistor, semiconduttori, perfino le armi elettroniche installate sui droni da combattimento, oltre che per i componenti ad alta tecnologia per le automobili.
«La nostra grafite finisce anche a bordo delle Ferrari», dice orgoglioso Mykola. In effetti, al momento, prima di eventuali passaggi di consegne, il 90 per cento della produzione è destinato all’Europa. L’ingegnere capo che si è deciso ad aprirci le porte della miniera e quella del vecchio stabilimento. Pare una fabbrica sovietica dove ferraglia arrugginita ed elettronica convivono passandosi il testimone tra lo stabilimento minerario di ieri e il futuro della tecnologia mondiale. In mezzo c’è il destino dell’Ucraina. La cava a cielo aperto si estende per quattro chilometri, sprofondando per una centinaio di metri tra rocce color del rame e terrazzi che discendono nella gola di scavata da mani d’uomo. La guerra ci è arrivata vicina soprattutto all’inizio. I russi hanno, però, non hanno colpito direttamente i siti minerari che prima o poi avrebbero svelato uno dei principali scopi del conflitto. Tuttavia ora a Washington c’è un presidente che dice di voler fermare il bagno di sangue ma parla come se in guerra ci fosse entrato anche lui. E fosse ansioso di sedersi alla spartizione con l’aggressore, che non a caso Trump non vuole chiamare così. Il Cremlino gioca d’astuzia, e agli Usa ha fatto un’offerta che non si può rifiutare. Quando il 20 per cento dell’Ucraina conquistato da Mosca sarà definitivamente consegnato alla Russia, Putin promette di concedere agli Usa l’accesso ai minerali delle regioni russificate. Musica per le orecchie
americane, sempre alla ricerca di depositi minerari con cui sfamare l’industria dell’elettronica e quella delle armi, costretta a misurarsi con la concorrenza asiatica. L’ingegnere che ci guida attraverso i sentieri innevati fino allo stabilimento dove la grafite viene lavorata, si avvicina ai capannoni come se stesse accedendo a un forziere. Il minerale è tenuto sotto chiave, quasi senza illuminazione. Disposti su bancali ordinati, decine di sacchi da una tonnellata diventeranno pochi quintali di grafene. È l’oro di Kiev che adesso tutti dicono di volere, anche se assicurano che la guerra non è mai stata una questione di soldi. La leadership ucraina non ha molte chance. E l’ok alla firma con gli Usa potrebbe arrivare già domani, al terzo anno di una guerra cominciata “per la terra” e diventata “per le terre”. Difficile spiegarlo a chi in casa ha morti da piangere, feriti da curare e dispersi di cui non si hanno notizie. Nel terzo anno di conflitto il numero di vittime tra i bambini secondo l’Unicef è aumentato di oltre il 50 per cento. Più di 2.520 sono stati uccisi o feriti dal febbraio 2022. Gli allarmi che in serata tornano a suonare in tutto il Paese seguono le notizie di altri due morti e una ventina di feriti tra i civili nel Donbass, mentre i droni spia russi prendono le misure alle difese ucraine. La consueta ondata di attacchi è data per scontata anche tra la gente dello sperduto villaggio che di grafite vive da decenni. Ricordano di quando assistevano alla lavorazione della polvere impalpabile che poi diventava il cuore delle matite. Mai avrebbero immaginato che dal lapis di legno fino alle nuove armi di distruzione di massa, il futuro sarebbe passato di nuovo per Zavallya, dove la guerra potrebbe finire in beffa: la terra presa dai russi e le terre rare accaparrate dagli americani