Il Messaggero, 22 febbraio 2025
Ucraina, la minaccia Usa: «Subito l’accordo sui minerali o stop a Starlink».
La possibile disconnessione del servizio rappresenterebbe un grave colpo, compromettendo non solo le operazioni delle forze armate ma anche la comunicazione tra la popolazione e le istituzioni L’amministrazione Usa, secondo quanto riportato da Reuters e rilanciato da la Pravda Ukraina, starebbero valutando la possibilità di interrompere il servizio satellitare Starlink – gestito da Space X di Elon Musk – nel caso in cui il governo di Kiev non accetti di firmare un accordo che preveda concessioni sull’accesso alle sue risorse minerarie. Durante i recenti colloqui “diplomatici”, la questione dell’accesso ai minerali ucraini si è affermata come uno degli argomenti centrali. La proposta americana prevede infatti che Kiev sottoscriva un accordo che consenta agli Stati Uniti di acquisire diritti sullo sfruttamento di specifiche risorse, in una mossa tesa a rafforzare la propria influenza economica e strategica nella regione. In questo scenario, la minaccia di disconnettere il sistema Starlink si configura come una leva decisiva per costringere l’Ucraina ad accettare tali condizioni. Starlink ha rivestito un ruolo determinante nel garantire la connettività in Ucraina, sia sul fronte militare sia in ambito civile. La possibile disconnessione del servizio rappresenterebbe un grave colpo, compromettendo non solo le operazioni delle forze armate ma anche la comunicazione tra la popolazione e le istituzioni.
I DETTAGLI
L’accordo sulle terre rare rappresenta una proposta con la quale Kiev dovrebbe concedere l’accesso o diritti di sfruttamento su alcune delle sue risorse minerarie strategiche, in particolare quelle classificate come “terre rare”.
Questi elementi, pur presenti in quantità limitata, sono fondamentali per la produzione di tecnologie avanzate, come componenti elettronici, armamenti moderni e altri dispositivi high-tech.
La proposta mira a utilizzare queste risorse come leva negoziale: da un lato, garantire agli Stati Uniti un controllo maggiore su materie prime essenziali per la loro economia e sicurezza strategica, dall’altro, offrire a Kiev benefici o garanzie (come il mantenimento del supporto tecnologico). Tale strategia rievoca, in parte, condizioni che in passato sono state imposte ad altre nazioni in situazioni di conflitto.
Durante le trattative, l’accesso al sistema Starlink è stato messo in discussione, in seguito al rifiuto iniziale espresso dal presidente ucraino Zelensky nei confronti della proposta avanzata dal ministro delle Finanze statunitense Scott Bessent. Le fonti riferiscono che in sede negoziale è stato chiarito che, senza la firma dell’accordo sui minerali, l’Ucraina rischierebbe di perdere un servizio fondamentale per le comunicazioni.
Il rifiuto di Zelensky non si limita a una semplice opposizione economica, ma riflette anche una profonda diffidenza nei confronti delle garanzie di sicurezza offerte dagli Stati Uniti, giudicate insufficienti. Le condizioni proposte, infatti, richiamano quelle imposte in passato a nazioni considerate aggressori, superando addirittura in severità le misure adottate nei confronti di Germania e Giappone nel dopoguerra.