il Fatto Quotidiano, 22 febbraio 2025
Birra Duff al Pizza Planet. Le finte marche di cartoon e serie tv.
Dai “Simpson” a “Breaking Bad”, tutti pazzi per i brand immaginari
Brand astratti, fantomatici, che hanno finito per diventare più autentici dell’autentico dopo essere comparsi in un film o una serie tv di successo. Da invenzioni di sceneggiatura a poderose icone culturali e commerciali di massa. In quante cittadine e contrade del pianeta reale non esiste una pizzeria intitolata Pizza Planet? Ed è proprio quest’ultimo logo/non logo, luogo/non luogo lanciato nell’immaginario collettivo da Toy Story, a conquistare il primo posto di una classifica molto particolare e post-contemporanea: quella dei marchi fittizi più famosi di sempre. Una chart ottenuta quantificando a inizio anno il loro volume di ricerche mensili su Google e il loro numero di hashtag su Instagram: sia per quanto riguarda il brand “alternativo” in sé, sia per il loro media di riferimento (che sia una pellicola, una serie o un videogame). Pizza Planet troneggia con un punteggio di 8,15 su 10, 500 mila ricerche mensili su Google e oltre 122 mila hashtag su Instagram, mentre resta vertiginoso in blocco l’interesse verso il franchise Toy Story (5 milioni di ricerche mensili su Google e 7,4 milioni di hashtag su Instagram). Ricordate la catena di fast-food immaginaria, specializzata in pollo, eternata dal forever formidabile Breaking Bad, e dall’altrettanto suo galattico spin-off Better Call Saul? Certo, nella finzione altro non era che uno schermo di copertura delle attività sulfuree e borderline di Gus Fring (produzione e spaccio di metamfetamine); eppure la seconda piazza è tutta per Los Pollos Hermanos (7,99 su 10), 500 mila ricerche e 132 mila hashtag (più 5 milioni di ricerche e 3,5 milioni di hashtag per la casa madre Breaking Bad). Chiude il cerchio di questo podio parimenti immateriale la società globale, congetturata, di biotecnologia del videogioco best-seller (con connessa saga cinematografica) Resident Evil: la Umbrella Corporation, e pazienza se una sua branca operi come un esercito paramilitare. Fu fondata nel 1968: ucronie del destino. Per la suddetta, un bottino di 7,67 su 10, 500 mila ricerche su Google e 145 mila hashtag su Instagram per Umbrella Inc., 5 milioni di ricerche e 2,3 milioni di hashtag per l’apocalisse-zombie che la ospita.
La top ten, stilata da BonusFinder, prosegue al quarto posto con la leggendaria azienda posticcia di vendita di carta e forniture per l’ufficio di The Office, DunderMifflin (6,99 su 10, 50 mila ricerche su Google e 471 mila hashtag, che diventano rispettivamente 5 e 3 milioni per la specifica serie tv). L’effetto traino si fa sentire vistosamente anche nel caso di InGen (quinto posto con 6,38 su 10), la società dietro la creazione-clonazione dei dinosauri in Jurassic Park: 50 mila ricerche mensili su Google e 98.400 hashtag per la International Genetics Inc., 5 milioni e 3 milioni di hashtag per il kolossal di Steven Spielberg. Ma il bello non si esaurisce affatto qui.
C’era una volta, all’alba dei social, o meglio c’è ancora visto il sesto posto in graduatoria con un voto di 6,35 su 10 (e i 5 milioni di ricerche e i ben 10 milioni di hashtag della serie in questione risollevano le 50 mila ricerche e i 29 mila hashtag del logo fantasy nudo e crudo), Lost, e così la sua Dharma Iniziative (Progetto Dharma), il misterioso progetto scientifico basato sull’isola attivo tra gli anni 70 e 90 e finanziato dal magnate danese Alvar Hanso, che si prefiggeva lo scopo di ricodificare l’equazione di Valenzetti… Seguono, a stretto giro, Stark Industries, il conglomerato multinazionale “che non c’è” dell’universo fumettistico e filmico della Marvel (settimi con 5,83 su 10, e anche qui a incidere maggiormente è più che altro la potenza di fuoco del potentato comics); Good Burger, il ristorante in linea teorica dell’omonimo teen movie del 1997 a tutte salse (ottavo con 5.64 su 10, e nella fattispecie va meglio il brand del film); la mitica Duff Beer (birra Duff), la bevanda prediletta da Homer nei Simpson (noni con 5,19 su 10 e non funzionò, va da sé, il tentativo della Duff Zero, la variante analcolica prodotta durante il periodo proibizionista di Springfield); la Weyland-Yutani Corporation (detta anche “La Compagnia”, o “La Società”), organizzazione presente in Alien dove amministra colonie umane al di là del sistema solare. Dopo la scoperta degli xenomorfi, la compagnia decise di immolare vite umane a mo’ di armi biologiche… Anyway, decimo posto per entrambi con 5,6 su 10 (e il franchise Alien a tirare la volata con 9,8 milioni di hashtag).
E la catena di fast-food più celebre della settima arte? Che fine ha fatto il Big Kahuna Burger di Pulp Fiction, e di altri epocali film di Quentin Tarantino e Robert Rodriguez? Sono “solo” undicesimi, con 5,06 su 10: ma non potevamo non menzionarli. “Questo è un gustoso hamburger!”, esclama Samuel L. Jackson, un tipo che è meglio non contrariare.