Corriere della Sera, 22 febbraio 2025
I genitori pd bocciano le relazioni (politicamente) miste dei figli
Quando Mario «intuisce» che Fiorenza, la fidanzata di suo figlio Ruggero, quella che «ciancica» da un bel po’, mette in dubbio la sua incrollabile fede di sinistra, perde le staffe. «Io non so’ comunista così!», grida col pugno sinistro al cielo. «So’ comunista così!!!». E su anche il destro.
Ma se quella giovane hippy, forse, era troppo anche per il pur comunistissimo signor Mario della scena epica di Un sacco bello di Verdone, figuriamoci se Fiorenza fosse stata una ragazza di destra. Mario sarebbe stato contrario, molto contrario. E contrario o molto contrario lo sarebbe oggi, oltre 40 anni e tante svolte politiche dopo, anche un elettore del Pd. Perché ce lo dicono i dati, sono proprio quelli di centrosinistra che accetterebbero con maggiore difficoltà una relazione di un loro figlio (o figlia) con un elettore (o elettrice) di Fratelli d’Italia. O della Lega. Guai!
Dati dicevamo, quelli raccolti dal dipartimento di Scienze sociali e politiche dell’università Bocconi. Uno studio dell’osservatorio «Monitoring democracy» su quello che gli americani chiamano «Affective polarization» (la polarizzazione affettiva) rivela proprio questo: i più infastiditi da un’ipotetica relazione politicamente mista sarebbero gli elettori del Pd (contrari per il 60,5%) e di Alleanza Verdi e Sinistra (con un tasso addirittura del 74,3%). Più in generale, il 56% di chi vota centrosinistra sarebbe contrario. Intolleranza progressista? Forse.
Ma se, svoltando verso destra lungo l’arco costituzionale, alla fine, potrebbe non sorprendere che i meno infastiditi dall’ipotesi sarebbero i moderati, come gli elettori di Forza Italia (contrari solo al 25%), si fa notare che tra i più «indulgenti» ci sarebbero gli altri compagni di maggioranza; e cioè i leghisti, fermi al 27,7%, e i meloniani, al 39,1%. Facendo la somma, sarebbe contrario solo il 38% di chi vota centrodestra. Tolleranza conservatrice? Sembrerebbe.
C’è poi un altro dato. Scorrendo le risposte degli intervistati si scopre anche che a destra, tra Fratelli d’Italia e Lega, quelli a cui un «avversario» in famiglia, in fondo, non farebbe né caldo né freddo sono oltre il 50%, percentuale che crolla a poco sopra il 30% per gli elettori dem. Come a dire, il problema, a sinistra, esisterebbe eccome.
E gli altri partiti? La galassia centrista che galleggia tra ipotesi di campo largo e campo larghissimo, sembra meno disposta dei moderati del centrodestra ad accettare una relazione mista. Tra gli elettori di Italia viva, non sarebbe d’accordo il 37,1%, tra quelli di Azione addirittura il 51,1%.
Storia diversa per i Cinque Stelle. D’altronde, un partito che ha fatto governi con Lega e Partito democratico potrebbe mai tarpare le ali all’amore tra ragazzi? E così gli elettori di Giuseppe Conte sarebbero sì contrari al 43,3% alla relazione mista, ma sono oltre il 52% quelli che, alla fine, direbbero «basta che si amino».
E poi, quali sarebbero le scelte dei figli che più farebbero infuriare i genitori? Lo studio della Bocconi ci aiuta a immaginare una risposta individuando i partiti più «lontani» tra loro. Cioè, per uno che vota FdI quelli più distanti sono gli elettori di Pd e Avs. Stesso discorso per i leghisti (che sembrano però tollerare molto meno i dem). E se per uno che vota Forza Italia, il partito di Elly Schlein è di certo il più «antipatico», (anche se poi non tanto di più di Lega e Fratelli d’Italia), dall’altro lato per i democratici la Lega di Matteo Salvini è quello «meno tollerato» (così come per il M5S).
Regole nuove e nuovi algoritmi della polarizzazione affettiva, si direbbe. Magari un tempo a mamma e papà bastava un buon partito. Oggi, lo sappiano i ragazzi, serve anche quello giusto.