il Fatto Quotidiano, 22 febbraio 2025
La carriera di Fallaci e quei ritratti “stronzi” sulle star di Hollywood
Rete 4, 21.25: Fuori dal coro, attualità. Le destre sovraniste e neofasciste, che difendono il libero mercato tagliagole, negano il conflitto di classe in corso (padroni e grande finanza contro proletari e ceto medio) e indirizzano lo scontento sociale verso la lotta etnica (cittadini contro immigrati). Andrebbero quindi colpiti i super ricchi che governano l’Occidente con l’aiuto delle destre di cui finanziano le campagne elettorali. In Germania per esempio la Linke ha appena proposto una riforma fiscale che introduce una nuova tassa del 60% sui redditi superiori a 250 mila euro e del 75% per chi oltrepassa il milione. Stando ai sondaggi, questa iniziativa sta fruttando grandi consensi alla Linke. Ma voi continuate pure a guardare i talk berlusconiani.
La7 D, 21.10: Cercate quel bambino, film commedia. Una scrittrice alcolizzata deve lasciare la bottiglia per salvare il figlio, ma poi ci ripensa.
Rai 1, 10.15: La Santa messa, film-drammatico. Le tensioni e i rancori che covano all’interno di una famiglia borghese esplodono quando uno dei componenti muore crocifisso.
Rai 1, 21.30: Miss Fallaci, fiction. Il produttore hollywoodiano Albert Gordon propone alla Fallaci di scrivere pezzi promozionali per i suoi film: in cambio le permetterà di intervistare le star che lavorano per lui. La Fallaci accetta. Ne approfitterà per fare la stronza con divi del calibro di James Dean (“Tarchiato dalle spalle curve, un provinciale miope che fa il bagno una volta la settimana, se lo fa, e che ha fatto carriera attraverso le conoscenze maschili, una su tutte quella con il produttore, Lemuel Ayers, non c’è cosa che non sia disposto a fare per lui”), di Audrey Hepburn (“Ex ballerina di fila da night club, visetto da topo, seno piatto, quasi denutrita, per mantenere il girovita a 51 cm mangia solamente carne cruda, vegetali e prugne bollite”), di Ava Gardner (“Ignorantissima contadina del Texas, che parlava solo il dialetto e a otto anni già fumava e bestemmiava, due abitudini che ha conservato tutta la vita”), di Marilyn Monroe (“Durante il matrimonio con Arthur Miller è ingrassata di 14 kg”) e di Brigitte Bardot (“Capricciosa figlia di gente ricca e conformista, diventata famosa senza muovere un dito, una costruzione del maschio e paternale Vadim, che la guida in tutto e le spiega tutto, pure che gli aerei volano perché hanno un motore”). La Fallaci era talmente piena di sé da pensare di essere più interessante di quei beniamini del pubblico, e che ai lettori importassero le sue crudeltà gratuite e cosa la facesse arrapare, come dimostra il suo ritratto di Yul Brinner (“Basso, brutto, calvo, antipatico, ma ti guarda con certi occhi che ti viene voglia di diventare sua schiava”). Nella fiction è interpretata da Miriam Leone, che è la sua antitesi: alta, bella, dalla vezzosa chioma a caschetto, simpatica, ti guarda con certi occhi che ti viene voglia di diventare il suo emiro. Viene da chiedersi cosa avrebbe scritto su di lei quella serpe invidiosa della Fallaci, che invece era tarchiata, dalle spalle curve, una provinciale miope che faceva il bagno una volta la settimana, se lo faceva, con un visetto da topo, seno piatto, quasi denutrita, che a otto anni già fumava e bestemmiava, capricciosa figlia di gente povera, una raccomandata che cominciò a fare la giornalista sul settimanale Epoca diretto dallo zio, diventò famosa facendo la carogna a spese dei malcapitati che intervistava, e che durante la relazione con Panagulis ingrassò di 14 kg (Visto com’è facile?). In compenso era razzista.