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 2025  febbraio 22 Sabato calendario

Tajani è a caccia di Vip per sfilare FI ai Berlusconi

Da qualche giorno la parola d’ordine tra i fedelissimi del leader di Forza Italia e vicepremier Antonio Tajani è chiara: rendersi autonomi dalla famiglia Berlusconi. Il prima possibile. L’intervista concessa lunedì scorso al Foglio in cui Marina Berlusconi, primogenita di Silvio, ha dato la linea politica al partito (con sconfessioni incluse di Tajani stesso e della premier Giorgia Meloni), sulla guerra in Ucraina, sul trumpismo e sui diritti civili, infatti non è andata giù allo stato maggiore di Forza Italia. Colloquio che secondo alcune fonti non era stato concordato con Tajani, mentre i fedelissimi del vicepremier sostengono che era “assolutamente informato”. L’ordine, istantaneo, dato ai dirigenti forzisti, è stato quello di minimizzare pubblicamente: Marina Berlusconi è un’imprenditrice, non ha ruoli e può dire quello che vuole, è stato il diktat.
E però la reazione politica è soprattutto un’altra. Sotto traccia. Secondo due fonti azzurre a conoscenza della questione, il leader di Forza Italia si sta seriamente ponendo il problema di come liberarsi il più in fretta possibile del giogo della famiglia Berlusconi. E non solo sta provando a farlo da un punto di vista politico e comunicativo ripetendo che Forza Italia “non è più il partito di Berlusconi”. Ma Tajani sa benissimo che l’unico modo per farlo sarebbe quello di liberarsi dalla famiglia dal punto di vista economico. I Berlusconi, infatti, come ha spiegato Pier Silvio al Fatto lo scorso 13 dicembre, non vogliono “vendere Forza Italia” e di fatto detengono il controllo del partito accollandosi i debiti per 99 milioni ereditati negli anni.
Come fare? Sempre secondo le stesse fonti, l’idea sarebbe quella di mettere insieme una cordata di imprenditori che possano sostenere economicamente il partito e farsi carico, nel tempo dei debiti. E una volta fatto questo presentarsi dalla famiglia Berlusconi e proporre di ripagare i debiti. La famiglia dell’ex Cavaliere a quel punto potrebbe dovrà decidere se vendere o continuare a sostenere il partito impegnarsi direttamente in politica.
La regia sarebbe stata affidata a due dirigenti di Forza Italia, fedelissimi di Tajani: il capogruppo azzurro alla Camera, Paolo Barelli, e il capo delegazione al Parlamento europeo, Fulvio Martusciello. Qualche nome di possibili imprenditori facoltosi in grado di sostenere economicamente il partito inizia già a circolare: oltre alla solita Letizia Moratti, c’è anche la new entry in Forza Italia Gianfranco Librandi, passato negli anni da sostenere prima il movimento politico di Mario Monti, poi Italia Viva di Matteo Renzi e da novembre Forza Italia. Poche settimane dopo il suo ingresso in Forza Italia, il 18 novembre Librandi ha fatto un primo bonifico agli azzurri – regolarmente registrato e disponibile nel database delle erogazioni liberali della Camera – da 50 mila euro al partito. A inizio febbraio, poi, è stato nominato vicecoordinatore del partito in Campania.
Oltre a Librandi, c’è anche Antonio D’Amato, ex presidente di Confindustria dal 2000 al 2004, in ottimi rapporti con l’ex presidente del Consiglio Berlusconi, di cui si fa il nome anche per la candidatura alla Regione Campania (anche se a quel posto aspira Martusciello). D’Amato negli ultimi anni ha sostenuto finanziariamente Forza Italia, da ultimo con un bonifico da 30 mila euro che risale all’11 novembre scorso. Infine, si fa il nome anche di Antonella Ballone, presidente della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia e da gennaio nel Cda di Ita Airways.
Alcuni di questi imprenditori negli anni hanno sostenuto Forza Italia con erogazioni liberali: tutte donazioni regolari e certificate, ma con cifre inferiori ai 100 mila euro, il limite previsto dalla legge Bonafede per le donazioni ai partiti. Insomma, sono finanziamenti che non si avvicinano nemmeno lontanamente ai 99 milioni di debiti che garantisce la famiglia Berlusconi. Ma la volontà politica, da parte di Tajani, c’è. I suoi “capitani coraggiosi” ancora in forse.