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 2025  febbraio 22 Sabato calendario

Il caro piadina colpisce la Romagna

Negli anni Rimini è diventata famosa per piazzarsi costantemente nella top ten delle città con più crimini d’Italia. È colpa del turismo: in estate moltiplica la sua popolazione. Da ieri (una magnifica giornata di sole), questo capoluogo balneare da 150 mila abitanti, è addirittura al primo posto nazionale (ex aequo con Bolzano), per l’aumento dell’inflazione: +2,5%. Lo ha scritto l’Istat nel report di 21 pagine con i dati definitivi sui prezzi al consumo di gennaio.Per i riminesi, che incidentalmente hanno anche tra i redditi più bassi in Emilia-Romagna, il “caropiadina” non è una novità del 2025. Hanno visto aumentare il costo del pezzo forte della loro gastronomia del 30% nell’arco di un decennio, così come tutte le altre cose. Ci sono le bollette di luce e gas, che risentono dell’impennata nei prezzi di queste materie prime e si ripercuotono sui listini delle attività commerciali e sui bilanci famigliari. Poi, c’è una contigenza tutta particolare sui banchi di calamari, che impatta sui piatti a base di pesce. Infine, naturalmente anche in questo caso, il fattore turismo entra in gioco: gli alloggi, spesso destinati ad affitti brevi, sono rari e cari per i residenti. Le loro reazioni alla diffusione della notizia sono di questo tenore: «Per un affitto o la rata di un mutuo in una casa modesta, aggiungendo il costo di acqua, luce, gas e cibo, ci vogliono almeno 1. 500 euro al mese. Siamo a livelli da strozzinaggio legalizzato», si sfoga Gigi Mazza. Vive in città con la compagna e hanno una figlia adolescente. Simona Anelli gli risponde che «forse è stato anche ottimista» nella stima e aggiunge che «ormai si peggiora di giorno in giorno». Graziella Casadei, che abita a Riccione (stessa provincia), rimpiange il tempo in cui «con 50 euro potevi fare la spesa». Oggi si fa fatica a starci col doppio.Il nome del Bar Ilde viene spesso associato dagli estimatori alla definizione di «miglior piadina di Rimini». È lontano dalle spiagge, verso le colline. Il chiosco ora è chiuso. Riaprirà il mese prossimo. Nicoletta Moretti racconta di «star chiamando i fornitori, per avere dei prezzi certi e valutare se e quali aumenti applicare al menù», ma non sono in grado di darglieli. «Una volta – spiega – facevamo contratti forfettari per tutta la stagione, ora abbiamo variazioni settimanali, con aumenti spaventosi per esempio nell’olio, nel prosciutto crudo, nel caffé, nelle verdure». La piada vuota, da loro è passata da 1 euro a 1, 30 in pochi anni. La classica crudo (di Parma), squacquerone (romagnolo Dop) e rucola, l’estate scorsa costava 8 euro. «D’altra parte – ragiona Nicoletta – io ieri sera ho ordinato una margherita da asporto e l’ho pagata 7 euro e mezzo». Tornando sul litorale, la Buona Piada ha fama di grande qualità e prezzi storicamente modici. Daniele Zamagna ammette che «con anni d’aumenti, se non ti adegui anche tu, allora non ti resta che buttare squacqueronela chiave e chiudere baracca». I suoi clienti «sono i primi ad accorgersi dei ritocchi nei prezzi, ma quando ce lo fanno notare, gli spieghiamo la situazione e capiscono». A pochi passi da qui, sempre sulla spiaggia, Adriano Conti, del ristorante Romagna Mia, racconta che «oltre agli aumenti generalizzati, ci sono anche problemi specifici, come quello dei calamari. Ne hanno pescati troppi e hanno dovuto fermarsi per permettergli di riprodursi. Ora, scarseggiano e costano carissimi, come tutto il resto del pesce». Locali come questo cercano di assorbire di tasca propria gli aumenti, «che tra dicembre e gennaio sono stati del 10% circa sulle bollette».Graziano Urbinati, presidente di Federconsumatori Rimini, denuncia lo stato dell’arte da tempo: «È un trend che registriamo da inizio anno. Siamo tra le città più care d’Italia e, a livello regionale, tra le province con con i redditi più bassi». Urbinati spiega che «Rimini è certamente una città anomala. C’è sempre un cambio di passo durante la stagione estiva e possono esserci degli elementi speculativi che influiscono sugli aumenti». Il costo degli affitti è sempre importante, per esempio. «Molti preferiscono destinare gli alloggi alle locazioni brevi ed è difficile trovare casa, non a prezzi esorbitanti». Da Federconsumatori, dicono che a Rimini, oltre al mare e il benessere, ci vorrebbe anche «un osservatorio sui prezzi provinciale», come avviene su scala nazionalsquacqueronee, per controllare e combattere l’inflazione