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 2025  febbraio 22 Sabato calendario

Ritratto di Marco Rizzo, comunista sovranista

Mi ero preso un appunto, l’altro giorno. Su Marco Rizzo bisogna farci una rubrica. Ve lo ricordate, no? Il compagno Rizzo, l’ex pugile dilettante Rizzo, il militante del Pci che poi è tra i fondatori di Rifondazione, un passaggio pure nei Comunisti italiani, deputato ed europarlamentare con il pugno chiuso, per arrivare a inventarsi, giusto un anno fa, “Democrazia sovrana e popolare”, strana creatura politica che va pure a braccetto con “Indipendenza”, più che un partito, un luogo dell’animo nero di Gianni Alemanno, il camerata Alemanno.
Gli chiesero: Rizzo, ma perché? «Perché quarant’anni fa, io e Alemanno ci saremmo, come minimo, presi a sprangate», rispose lui. «Ma all’epoca destra e sinistra avevano un senso preciso. Adesso è tutto cambiato». Non so quanto sia sincero, Rizzo. Lo conosco da una vita e me lo ricordo protagonista in certe magnifiche feste che organizzavano su una terrazza romana con vista Colosseo, poi scelta da Paolo Sorrentino per girare alcune scene del film La Grande Bellezza. Stava lì tutto in ghingheri, questo cossuttiano figlio d’un operaio di Fiat Mirafiori, ma ormai parlamentare famoso e in carriera, gran affabulatore, tra calici di Dom Perignon e belle donne («Con le donne, lo ammetto: sono stato un delinquente abituale»), infatti sempre molto corteggiato, riverito, anche se poi – dopo aver osservato bene la scena – mi diceva: «I borghesi li riconosco dalle mani, i fasci dalle pupille». Erano luoghi di sfarzo notevole. «È in posti così che studio il nemico. Sai, io sono cresciuto in una casa di 43 metri quadrati, dormivo in uno di quei letti che si tirano giù la sera e si rialzano al mattino. Come faccio a non essere comunista?». 
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Ci credeva? Penso di sì. Però credeva anche d’aver diritto al piacere, al divertimento. Per un po’ è riuscito a tenere tutto insieme. Poi, boh. La politica è spietata. E Rizzo qualche mossa l’ha sbagliata. Ma osservavo che riesce, comunque, a stare sempre sui giornali. Per dire: dopo aver sentito quel pericoloso arrogante di Elon Musk che ci suggeriva di «fare di nuovo grande l’Europa», M.E.G.A, «Make Europe Great Again», Rizzo se ne è uscito con il progetto F.I.G.A: «Facciamo l’Italia grande ancora». Non ho ben capito se fosse una provocazione di stampo sovranista (forse). Di sicuro, con Gramsci c’entra poco.