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 2025  febbraio 21 Venerdì calendario

Un secolo raccontato da cento parole

L’Enciclopedia italiana Treccani celebra il suo centenario affidandosi a 100 parole che sintetizzano lo spirito dei tempi. Anno dopo anno: dal fascismo a ChatGpt. È un gioco più serio di quanto sembri. Il linguaggio lascia sempre una traccia di quello che siamo. “Femminicidio”, “MeToo”, “intelligenza artificiale”, fotografano il presente. L’elenco della Treccani segue un criterio storico, non potrebbe essere altrimenti, nello spirito degli enciclopedisti: una carrellata veloce di concetti ed eventi che raccontano la nostra identità mutevole (da oggi sul sitotreccani. itcon immagini e descrizioni lunghe). Nel primo volume dell’Enciclopedia italiana di scienze, lettere ed arti, pubblicato nel 1925, si parlava della storia come antidoto alla vana superbia. Di certo la storia insegna che tutto può ripetersi, in forme mutate certo, con altre maschere. Le parole sono radici piantate nel passato ma che parlano al presente e al futuro: “razza” sigilla il 1938, l’anno delle leggi razziali. Se da un po’ il termine è al centro del dibattito, bandito ma a tratti riaffiorante, è a quel vecchio strappo che dobbiamo guardare. C’è “olocausto”, naturalmente, tra le parole spettro di un Novecento feroce. E c’è l’“atomica”, sganciata a Hiroshima e Nagasaki nel 1945, che disegna nuovi equilibri del terrore nella geopolitica mondiale. L’altra faccia, quella della rinascita democratica, parla la lingua della “Resistenza”, della “Repubblica” e della “Costituzione”.Tra le 100 parole di un secolo, che parte nell’anno in cui viene fondato l’Istituto dell’Enciclopedia italiana Treccani, ce ne sono anche di sognanti: il “volo” della prima trasvolata atlantica in solitaria e senza scalo di Lindbergh o il “grattacielo” inaugurato il primo maggio 1931 all’Empire State Building. Oppure la “luna”, con la quale arriva il neologismo “allunaggio”. Alle 22.17 minuti e 40 secondi, ora italiana, del 20 luglio 1969 gli astronauti Neil Armostrong e Edwin “Buzz” Aldrin toccano il suolo lunare: The Eagle è “allunata”. Nel nuovo millennio è lo “smartphone” a promettere voli da fermi, senza bisogno di spostarsi da casa: viaggi touch screen.Bisogna imparare a surfare. Scolorano vecchie definizioni e se ne aggiungono altre. La “televisione” segna una storia nuova. È il 1954 quando iniziano le prime trasmissioni Rai. Si dirà, poca cosa. Niente affatto: una rivoluzione. L’impatto sulla lingua italiana, come raccontava Tullio De Mauro, è stato enorme. L’unificazione linguistica del Paese, fino a quel momento frazionato in tanti dialetti locali, passa soprattutto per il piccolo schermo.Siamo impastati di tante cose, grossi ideali e canzonette, per fortuna. A Sanremo nel 1958trionfa Nel blu dipinto di blu cantata da Domenico Modugno, in coppia con Johnny Dorelli.Penso che un sogno così non ritorni mai più :non c’è italiano che non la conosca. È anche l’anno in cu iIl Gattopardo di Tomasi di Lampedusa viene pubblicato postumo da Feltrinelli dopo una serie di rifiuti e Pasternak vince il Nobel per la letteratura. Nel 1957 usciva On the Road (Sulla strada ) di Jack Kerouac: Treccani sceglie la parola “Beat” per incorniciare la fine degli anni Cinquanta in cui si affaccia il mondo alternativo della controcultura, che porterà alla “contestazione” sessantottina. Poi compare la P38 e il ritrovamento del corpo senza vita di Aldo Moro nella Renault 4 rossa (1978) è un’istantanea della violenza del “terrorismo” che entra in ogni casa proprio attraverso la tv (a colori dall’anno prima).Storia e costume s’incrociano: per la generazione anni Ottanta il vero carnevale sono i Mondiali di calcio dell’82, vittoria storica contro la Germania Ovest: strade invase da folla festosa al grido “Rossi, Tardelli e Altobelli”. È una piccola cosa rispetto a quello che sta per accadere a livello internazionale, quando Gorbaciov inaugura la “perestroika”, letteralmente “ricostruzione”, con l’intento di riformare l’Urss aprendola a un moderato liberalismo e al mondo. Mentre in Occidente la scorrettezza politica dei Simpson (1987) scuote a colpi di irrispettosa ironia la fine del reaganismo.Gli anni ’90 sono quelli del “berlusconismo” che ci ridisegna i connotati a misura di televendite tv. Nel 1998 nasce Google. Altro salto pazzesco. Diventiamo sempre più liquidi, immateriali. La generazione Z è quella dei “selfie” ma anche di Samantha Cristoforetti, prima astronauta italiana nello spazio. E del “MeToo”, che dà il passo al femminismo della quarta ondata. La lotta per i diritti cerca spazio in un mondo impazzito: il clima e le donne prima di tutto (il 2023 è l’anno del “femminicidio” di Giulia Cecchettin). La “pandemia” rimarrà a suggellare l’evento recente più scioccante. Un tale colpo che la parola “resilienza” diventa di dominio pubblico, perché più che esistere c’è da resistere. Ora siamo in mano all’intelligenza artificiale. Anzi a ChatGpt, che c’è da scommetterci suggerirà le parole del futuro. Da qui si riparte.