la Repubblica, 21 febbraio 2025
L’Etna come Roccaraso
Una coppia di fidanzatini, non avranno neanche vent’anni, attende che faccia buio per incamminarsi sopra Piano Vetore: «Ma con queste scarpette da ginnastica è rischioso», avverte un carabiniere. «Solo il tempo di un selfie col vulcano», risponde lei con aria piccata.
In questi giorni, tutti vogliono farsi una foto con l’Etna che erutta. «E per la prima volta il pericolo non è il vulcano, ma il selfie estremo», allarga le braccia il capo della protezione civile regionale, Salvo Cocina. Selfie ad alta quota, selfie in mezzo alla lava, senza precauzioni e soprattutto attrezzatura per affrontare la montagna. «Una colata turistica», l’ha ribattezzata Cocina: lo scorso fine settimana circa duemila persone si sono riversate nell’area che costeggia l’Etna sul fianco sud. «Ed è stato un gran lavoro in questi giorni – spiega il maresciallo Paolo Bernardini, del soccorso alpino della Guardia di finanza di Nicolosi – ci siamo occupati di persone che hanno preso una brutta distorsione, o addirittura si sono fratturate una caviglia, perché non indossavano le scarpe adeguate. Qualcuno è anche andato in ipotermia, indossava giacche troppo leggere. Qualcuno si è perso ed è entrato nel panico, non conoscendo la zona, c’è un bel po’ di strada da fare».
Tutta colpa degli scatti e dei video ostinatamente fra la lava e la neve, che in questi giorni sono diventati virali sui social. «Qualche giorno fa, non riuscivo a credere ai miei occhi – racconta Antonio Consoli, appassionato escursionista dell’Etna – una ragazza in minigonna e stivali con tacchi a spillo si faceva fare le fotografie dal suo ragazzo. Mentre io e i miei amici avanzavamo con le ciaspole ai piedi e la tuta da neve». Le foto pericolose sull’Etna hanno già fatto il giro del mondo, ieri ilNew York Times ha dedicato un reportage all’assalto dei turisti che non rispettano le distanze di sicurezza dalla colata di lava. «Ma la situazione è comunque sotto controllo – tiene a ribadire il sindaco di Adrano Fabio Mancuso – L’Etna è parte integrante della nostra identità e della nostra cultura». I primi cittadini di Adrano e Biancavilla hanno emanato delle ordinanze ben precise: «È obbligatorio stare a 500 metri dal fronte lavico». Gli indisciplinati sono avvertiti. Le forze dell’ordine hanno redarguito non soltanto quelli che si sono presentati con le scarpe da ginnastica, ma anche gli esploratori con casco, luce e scarponi. «La tentazione del selfie estremo prende tutti», sussurra uno dei soccorritori che in questi giorni è impegnato senza sosta nel mettere in guardia la gente che si dà appuntamento a Piano Vetore per iniziare la salita di quasi due ore.
«Sabato scorso sembrava di essere alla festa di Sant’Agata – racconta Alessandro Bella, delegato dei volontari del Soccorso alpino per la Sicilia orientale – Tutti seguivano il flusso della folla, con l’idea di arrivare prima o poi a destinazione, senza sapere esattamente dove». E nei giorni del massimo afflusso anche i soccorsi hanno avuto problemi ad arrivare in tempo. Perché le strade erano tutte intasate dalle auto in sosta. Insomma, ungran caos. Come a Roccaraso.
Alla fine, forse, anche il vulcano si è spaventato per questa invasione. E, ieri, i tremori registrati dall’Ingv hanno segnalato un significativo depotenziamento, fino a valori medio-bassi. Segno che l’eruzione potrebbe fermarsi. Ma è impossibile fare previsioni. Chi ha invece una certezza è la scrittrice Silvana Grasso, che dice: «Io sono cresciuta con il vulcano. E so che rifugge da qualsiasi bancarella mediatica. La gente invece va sul vulcano come se andasse a comprare salsicce. Ma il vulcano non vuole farsi infettare e allora ritorna nelle sue viscere di fuoco». Parole che forse bisognerebbe fissare in qualche modo lungo il percorso che sale verso la vetta. Anche prima dei cartelli con i divieti. «Perché il vulcano ha un’anima», ripete Silvana Grasso. «E va protetto dagli assalti».
La prefetta di Catania Maria Carmela Librizzi e il questore Giuseppe Bellassai sono già al lavoro con i sindaci del territorio e i vertici delle forze dell’ordine. Con l’obiettivo di prepararsi al fine settimana: il popolo dei selfie estremi sul vulcano potrebbe essere già in agguato, gli hashtag che si rincorrono su TikTok – #etna, #lava, #sicily – sembrano rulli di tamburo. La prossima moda l’ha già lanciata un catanese dei quartieri popolari: una grigliata sulla lava. «L’ennesimo sfregio al vulcano», ha commentato qualcuno sotto la foto con la salsiccia. Di sicuro, nel fine settimana, gli amanti delle foto e adesso anche delle grigliate estreme troveranno un massiccio spiegamento di forze dell’ordine, così è stato deciso nell’ultima riunione in questura. «Per evitare le soste selvagge e le scampagnate in alta quota».
Intanto, i sindaci stanno già preparando le ordinanze che dovrebbero mettere in sicurezza il vulcano: si salirà soltanto con la guida. E chi violerà la prescrizione rischia una denuncia, con tanto di multa, «fino a 206 euro». Basterà per fermare i selfie selvaggi?