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 2025  febbraio 21 Venerdì calendario

Nigel Farage dice che la Ue è morta

Sorride Nigel Farage, quando gli chiedi se si sente già il prossimo premier della Gran Bretagna: «I sondaggi sono incoraggianti, mi danno avanti. Sono ottimista». Quindi aggiunge una riflessione sull’Italia: «Avrei preferito che Giorgia Meloni prendesse posizioni più radicali e dure, in particolare contro l’Unione Europea, che ha dimostrato di avere i giorni contati. Però ha fatto un lavoro straordinario, dando stabilità all’Italia, che non è più uno scherzo. Così ha aiutato anche me, nella corsa alla leadership».
Farage è in trasferta a Washington per partecipare all’adunata dei conservatori Cpac, dove ieri hanno parlato il vice presidente J.D. Vance per rilanciare i suoi avvertimenti all’Europa, e Elon Musk.
L’animatore del referendum per la Brexit si sta sedendo a cena con Steve Bannon, ma prima che servano lo stufato di manzo annaffiato col Pinot nero si ferma a parlare del suo futuro.
Scherzi a parte, l’ultimo sondaggio di YouGov dà il suo partito Reform UK due punti avanti al Labour. Cosa sta succedendo?
«L’Occidente vive nel declino da anni. Abbiamo perso la nostra anima e identità. Ora però il pendolo sta oscillando nella direzione opposta».
Si sente favorito per diventare premier?
«Abbiamo un processo elettorale lungo, tre o quattro anni di lavoro davanti a noi. Però sono molto ottimista».
Qual è la sua strategia?
«L’ispirazione è il Reform Party canadese, che ha reso Stephen Harper premier. Non farò compromessi con i tories, che hanno svenduto la Gran Bretagna. Saranno loro a dover venire da me».
Bannon dice che le elezioni arriveranno prima del previsto, perché Londra è destinata a precipitare in una grave crisi economica.
«Vedremo. Il processo non sarà facile, ma credo alla possibilità di diventare il primo premier populista e conservatore».
Da cosa dipende la sua popolarità?
«La coerenza. Mi hanno chiamato populista, ma sono ilcampione delle cause di minoranza, diventate di maggioranza. Sono in circolazione da parecchio tempo e la gente sa che quanto vede è quello che sono. Può piacere o meno, ma sono autentico e diretto».
Quale tema attira i suoi elettori, ancora l’immigrazione?
«No, l’identità. Sono tornato in politica a giugno, dopo alcuni anni di pausa, basandomi su famiglia, comunità e patria. La maggioranza silenziosa ritiene che sia la strada da seguire, dopo gli eccessi dei progressisti. Stiamo tornando verso valori più tradizionali, se vogliamo convenzionali, ma più rispettati e condivisi da gran parte degli elettori».
La premier italiana Meloni non ha anticipato questa tendenza?
«Sta facendo un lavoro fantastico. Alcuni sono delusi perché speravano che prendesse posizioni più radicali, però ha portato all’Italia una stabilità e un rispetto che prima non esistevano. Il vostro Paese non è più uno scherzo e questo non è poco».
Non la considera troppo debole con l’Unione Europea?
«Avrei preferito posizioni più dure».
Bannon ci ha detto che la conquista dell’Europa da parte del movimento Maga comincerà domenica in Germania.
«La mia linea è diversa da quella di AfD ma, se il punto è che sta arrivando un grande cambiamento in Europa, ha ragione. E Giorgia Meloni ha dato un grande contributo. Quando è stata eletta i media britannici hanno lanciato l’allarme per il ritorno di Mussolini, dovevamo aspettarci cose orribili.Non è accaduto, e così Meloni ha rafforzato la mano di tutti i conservatori in Europa».

La Brexit oggi è molto criticata, si aspetta un altro referendum?
«Nessuno vorrà mai tornare indietro dalla scelta della libertà e la facoltà di controllare il proprio futuro. E poi la Ue ha dimostrato di avere i giorni contati, con la debolezza del vertice di Parigi dove doveva rispondere a Trump sull’Ucraina. Non riescono ad accordarsi su nulla».
Lei non considera la Russia un pericolo?
«Non c’è dubbio che sia una minaccia, ma Trump ha ragione a negoziare la pace e parlare con Putin. L’importante è che l’Ucraina sia coinvolta, per una soluzione accettabile da tutti».