la Repubblica, 21 febbraio 2025
Sacrificare Zelensky?
Sacrificare Zelensky per salvare l’Ucraina? La domanda è stata posta da molti a Kiev in maniera privata e riservata già alla fine di settembre, quando la vittoria repubblicana nelle elezioni Usa cominciava a delinearsi. Non si trattava di una valutazione geopolitica, ma strettamente psicologica: Donald Trump detesta il presidente ucraino e avrebbe fatto di tutto per punirlo. Un astio profondo che risale al 2019, quando Zelensky avrebbe respinto la richiesta della Casa Bianca di indagare sulle attività del figlio di Joe Biden e lasciato che il Congresso Usa aprisse un procedimento di impeachment su queste pressioni. Per Trump si è trattato di un tradimento imperdonabile.Oggi la questione personale è diventata politica. Ed è all’ordine del giorno, in maniera drammatica: c’è la consapevolezza che senza mantenere un rapporto con l’America, l’Ucraina non potrà sopravvivere. Perché gli europei non sono in grado di alimentare la prosecuzione del conflitto e neppure di fornire le garanzie di sicurezza per impedire che una “pace ingiusta” dia il via allo sgretolamento del Paese, per effetto delle manovre di influenza russe prima ancora che di una nuova aggressione militare. Una gelida considerazione di realpolitik, difficile da far accettare all’orgoglio di un popolo che da tre anni lotta per l’indipendenza e ora si vede abbandonato.Il secondo problema è individuare un’alternativa a Zelensky, l’uomo che ha incarnato l’unità della nazione di fronte all’invasione putiniana. I sondaggi rilanciati ieri dall’Economist sostengono che la popolarità del presidente sia calata dal 90 al 52 percento e ne indicano una sola: il generalissimo Valery Zaluzhny, rimosso per volontà del presidente dalla guida delle forze armate un anno fa e spedito a Londra come ambasciatore. In una sfida diretta l’ex militare batterebbe l’ex attore con il 65 per cento contro il 30.La fiducia nel condottiero è indubbia, come lo sono i meriti conquistati sul campo. Dal 2021 ha riformato un esercito di impostazione sovietica incapace di difendere la Crimea e il Donbass fino a renderlo lo strumento flessibile che ha respinto l’ondata russa per poi liberare Khersone la regione di Kharkiv. Certo, l’offensiva dell’estate 2023 è stata un fallimento, ma Zaluzhny non ha soffiato nelle trombe della propaganda: si è subito reso conto che le tattiche insegnate dagli istruttori della Nato non potevano funzionare. Lo scontro con Zelensky è iniziato a Bakhmut, quando il leader ha imposto di resistere all’assalto della Wagner: una battaglia inutile, con un costo di vite enorme. Ed è proseguito quando il comandante ha reso pubblico il suo piano: chiamare alle armi un milione di uomini; restare sulla difensiva per il 2024 in modo da addestrarli adeguatamente; lanciare un attacco definitivo nel 2025. Il presidente non voleva decretare una misura impopolare come la mobilitazione forzata ed era insofferente per la fama del generale, così lo ha liquidato.Per mesi Zaluzhny è rimasto in silenzio. Di fronte alle domande sulla sua candidatura, ha replicato: «Per ora, il nostro unico obiettivo è rafforzare e difendere il nostro Paese. Dopo esserci riusciti, penseremo al resto». Può essere l’uomo in grado di far accettare all’Ucraina la perdita del Donbass e di Mariupol? Negli ultimi giorni sono circolate indiscrezioni che gli accreditano un esame cupo della situazione e una diffidenza verso gli alleati: «Sono assolutamente convinto che le forze armate sono state, sono e rimarranno il garante più credibile della sicurezza dell’Ucraina».Zaluzhny parla sempre e solo da soldato. Mai una dichiarazione su altri argomenti. È un generale duro e puro, che potrebbe tenere unito il Paese nel momento di arrendersi alla realtà dettata dalla potenza russa e dal disimpegno Usa. Ma sarebbe in grado di rivitalizzare il rapporto con Trump? E ha l’esperienza per gestire la ricostruzione di una nazione mutilata? Questi dubbi lasciano aperta la porta ad altri candidati, tra cui il sindaco di Kiev: Vitaly Klitschko, ex campione mondiale di boxe, pronto a imbracciare il fucile per combattere i russi e scaltro navigatore delle trame di palazzo ucraine, dove pochi sono senza macchia. Un tipo empatico, sposato con una modella e che ha già avuto in passato legami con Rudolph Giuliani e altri trumpiani della prim’ora.