Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  febbraio 21 Venerdì calendario

La più grande poetessa ucraina dice che Trump ha compattato la nazione come non mai

«Donald Trump è solo interessato a stare al centro dell’attenzione, ma usa parole prive di senso. Sull’Ucraina diffonde senza vergogna numeri che non sono reali e dichiara cose non vere. Il problema è che ormai nessuno gli chiede conto di ciò che dice». Oksana Zabuzhko, 64 anni, non è solo la scrittrice più nota in Ucraina: è anche un simbolo di patriottismo. I testi delle sue poesie vengono scritti sui muri vicino al fronte della battaglia. E fu lei che l’8 marzo del 2022, pochi giorni dopo l’invasione su larga scala, fu chiamata al Parlamento di Strasburgo, prima cittadina non europea e senza incarichi politici a intervenire in una sessione plenaria. Vive a Kiev e da lì risponde al telefono alle domande di Repubblica.
Ciò che sta dicendo Trump di Zelensky, però, non è casuale, il presidente americano pesca dalla narrazione del Cremlino.
«Vero, ma con una differenza: le parole di Putin non sono prive di senso, hanno una logica nella follia. Polonio, nell’Amleto, dice “questa è follia, se pure c’è del nesso”, frase che si adatta perfettamente a Putin. Il dramma è che l’Occidente non riesce a interpretarlo».
Il popolo ucraino si sente tradito dagli Stati Uniti, dopo i tre anni di sostegno di Biden?
«Se vogliamo parlare di tradimento, gli Stati Uniti ci hanno traditi nel 2014 quando non fecero rispettare il memorandum di Budapest del 1994 con cui l’Ucraina consegnò alla Russia le armi nucleari in cambio dell’inviolabilità dei confini. Con Trump siamo di fronte a qualcos’altro».
A cosa?
«A una nuova era della politica mondiale, dove il presidente americano prende a prestito e diffonde i concetti della propaganda russa. Che io definisco post-propaganda perché ormai non ha più alcuna connessione con la realtà. Sia lui che Putin, comunque, sono leader del passato».
Che definiscono il presente.
«Sono uomini del ventesimo secolo, pensano in termini di superpotenze e vogliono spartirsi il mondo in questa versione caricaturale di Jalta in cui pretendono di decidere in due se l’Ucraina deve indire le elezioni o no. Chi sono loro per ordinarci quando fare le elezioni?»
Gli Stati Uniti forniscono aiuti militari consistenti, senza i quali è difficile per l’Ucraina resistere alla Russia. Non temete che Trump tagli la fornitura di armamenti?
«L’apporto statunitense, di cui siamo grati, è sovrastimato. Non vedo il mio popolo nel panico. Una volta che ti risvegli dentro una guerra, come è accaduto a noi, perdi anche il sentimento della paura. Diverso era nel periodo pre-invasione. Adesso mi sembrate più spaventati voi europei. Noi non abbiamo scelta e non ci arrenderemo mai, per citare Churchill. La Russia non è imbattibile e Trump non è onnipotente».
Come vengono presi in Ucraina il ribaltamento della dottrina americana e gli insulti di Trump a Zelensky?
«Premetto che io non sono una fan di Zelensky e non l’ho votato, ma grazie a Trump stiamo vivendo il momento di massima unità nazionale dall’inizio dell’invasione russa».
Cioè?
«Le dichiarazioni sconsiderate del presidente americano ci hanno compattato, si capisce anche da cosa viene postato sui social network in queste ore. Né Putin né Trump sono nella posizione di imporci cosa fare o non fare, ne siamo tutti convinti. Tassisti, intellettuali, politici, tutti gli ucraini».
Non volete le elezioni?
«Le vogliamo ma non adesso. Non è proprio un argomento di conversazione. E non solo perché è in vigore la legge marziale che le vieta. Ci sono sei milioni di ucraini profughi all’estero, e quasi altrettanti sfollati interni. È realistico pensare di votare sotto le bombe? Che validità avrebbero elezioni fatte così?».