Corriere della Sera, 21 febbraio 2025
Calenda va a Kiev
Carlo Calenda, Conte elogia Trump, che ne pensa?
«Quello che ha detto Conte è di una gravità inaudita. Sostenere che Trump quando mente sull’Ucraina e insulta Zelensky dice la verità, vuol dire tradire l’Europa e tradire l’Italia. Trump e Putin vogliono stringere l’Europa in una tenaglia. Puntano a predare le materie prime ucraine, distruggere ogni protezione dalle fake news sui nostri social, imporci di comprare il gas americano. Quindi in questa fase avere due supporter di Putin e Trump come Conte e Salvini è un problema per la destra, ma è una questione decisiva per la sinistra».
Lei ha invitato il Partito democratico a rompere con il Movimento 5 Stelle, come farà Azione.
«Per me è un ultimatum. Io non farò più alleanze, nemmeno a livello locale con il M5S, né, come invece ho fatto in questi mesi, cercherò più di lavorare insieme all’opposizione. C’è uno spartiacque: si sta con l’Europa senza se e senza ma. In questa condizione così drammatica, senza precedenti dal 1945, non si può pensare di chiudere un occhio. Rivolgo un appello a Elly Schlein perché è il momento che il Pd decida. Se davvero si vuole costruire un’alternativa, la si costruisca a partire da un netto posizionamento sulla politica internazionale, altrimenti si dica con chiarezza che si sceglie di stare con quelli che stanno con Trump e Putin. Il Pd deve avere il coraggio di uscire dall’ipocrisia. Decidano, per una questione di dignità del loro partito».
Quindi, non rompe con il Partito democratico?
«Noi chiudiamo ai 5 Stelle ma apriamo al Pd se fa questa scelta. Se non la fanno, allora vadano per la loro strada».
Calenda, oggi parte per Odessa?
«Sì, stanotte. Come ogni anno, andrò in Ucraina per dimostrare, per quello che posso, il senso della mia vicinanza a chi combatte in condizioni proibitive per non essere sottomesso ai russi. Gli ucraini vogliono più di chiunque altro la pace, ma non sono disposti in nessun caso a essere di nuovo sottomessi alla Russia. È un’esperienza che hanno fatto e che gli è costata 4 milioni di morti».
Lunedì cade il terzo anniversario dell’invasione russa. Organizzerete qualcosa per l’occasione?
«Sì, lunedì mattina con tutte le forze politiche pro Ucraina faremo, al Senato, un’iniziativa di solidarietà a cui parteciperanno anche gli ambasciatori di alcuni Paesi europei e la comunità ucraina. Spero che nel mentre Elly Schlein prenda una posizione netta. Così capiremo se il Pd continua a rimanere in una sorta di nebbia, per me anche morale, o capisce che in questo tornante della storia deve dire da che parte sta, senza se e senza ma».
C’è un altro appello che intende rivolgere al Pd?
«Sì. Noi stiamo entrando in un periodo della storia che vedrà una recessione forte già quest’anno, innescata dalle minacce di Trump, dalla situazione di instabilità geopolitica, e da una serie di crisi, a partire da quella dell’auto. L’Italia non può più permettersi di essere così fragile in termini di risposta su tutte le misure che servono per tenere in sicurezza il Paese. Mario Draghi ha detto all’Europa diamoci una mossa. Dobbiamo darcela anche noi: l’opposizione non va in piazza per le bollette, va in piazza per l’Ucraina. E, contemporaneamente, sulle bollette fa una proposta e pressa il governo perché l’adotti. Questa deve essere la nuova cifra dell’opposizione, che non può più muoversi come se fosse un comitato studentesco di un liceo romano. Deve muoversi facendo capire che ha la capacità di assumersi l’onere di gestire il Paese meglio di come lo sta gestendo questo governo che ha una classe dirigente disastrosa».