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 2025  febbraio 21 Venerdì calendario

Trump nomina un inviato speciale per l’Italia

Steve Witkoff, immobiliarista di New York vecchio amico di Trump è l’inviato speciale della Casa Bianca per il Medio Oriente. Il generale Keith Kellogg è inviato per il conflitto russo-ucraino. L’ambasciatore Richard Grenell, ex capo dei servizi di intelligence nel primo Trump ed ex ambasciatore in Germania, è suo inviato per alcune zone calde del mondo: potrebbe essere tra breve in rotta per Pyongyang.
Ora il presidente americano ha intenzione di nominare anche uno special envoy per l’Italia: sarà Paolo Zampolli, imprenditore milanese che si è trasferito in gioventù negli Stati Uniti, amico di Trump da trent’anni e diplomatico presso l’Onu in rappresentanza di uno Stato caraibico: l’incarico gli è stato conferito direttamente dal presidente in un incontro a Mar-a-Lago. Quale sarà il ruolo di Zampolli al quale è stata offerta una nomina col rango di ambasciatore? Lui non è ancora in grado di chiarirlo salvo dirsi onorato per il prestigioso incarico: «Un grande onore da parte di un leader che ama e ha grande considerazione per l’Italia ed è chiaramente intenzionato a rafforzare il filo diretto con Giorgia Meloni».
Zampolli probabilmente avrà libertà di manovra per rafforzare rapporti politici tra i due Paesi, ma anche per collaborazioni di tipo economico. Un campo al quale si guarderà con particolare interesse è quello militare, visto che l’Europa deve investire massicciamente per creare un dispositivo di difesa efficace, mentre il capo del Pentagono Pete Hegseth ha appena annunciato un taglio dell’8% delle spese Usa in questo campo. Tra i terreni possibili, quello navale, visto il ruolo che Fincantieri ha in America con le sue unità produttive in territorio statunitense. Un altro campo nel quale potrebbe nascere una collaborazione è quello del caccia «intelligente» di sesta generazione: l’Italia con Leonardo è impegnata, insieme a Gran Bretagna e Giappone, nello sviluppo del Tempest che dovrà rimpiazzare gli Eurofighter e i Tornado.
Lockheed dovrebbe sviluppare il caccia di sesta generazione americano, ma i miliardi che dovevano essere stanziati (probabilmente 28) rischiano un taglio sensibile, cosa che potrebbe spingere europei, giapponesi e americani a collaborare o, addirittura, unificare i progetti visti i costi spaventosi di questi velivoli «invisibili» che possono essere totalmente robotizzati.
Altro campo possibile di collaborazione, quello dell’Iron Dome: gli Usa, che hanno sviluppato le tecnologie più avanzate, non hanno un dispositivo di protezione antimissile operativo e diffuso sul territorio paragonabile a quello di Israele (particolarmente carente sulla costa del Pacifico). Devono, quindi, investire molto per rafforzare questa rete. Le tecnologie radaristiche delle aziende italiane potrebbero risultare utili in questo campo. Ma gli americani chiederebbero, con ogni probabilità, il trasferimento di tecnologie e produzioni negli Usa: per motivi di sicurezza nazionale e perché Trump sta facendo di tutto per attrarre investimenti industriali stranieri. 
L’Italia avrà così un ambasciatore americano residente, Tilman Fertitta, un finanziatore della campagna di Trump, e un ambasciatore inviato speciale itinerante, suo amico personale. Una figura meno istituzionale, che svilupperà missioni specifiche. L’incrocio della diplomazia dei residenti con quella degli inviati a volte crea interferenze e qualche incomprensione. Ma, vista la velocità e la radicalità delle sue mosse, la sovrapposizione pr