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 2025  febbraio 20 Giovedì calendario

Balneari, il Tar smentisce Meloni: “Proroga 2027 non valida, non esiste accordo scritto con Ue”.

Il passaggio contenuto in una sentenza che respinge il ricorso di tre stabilimenti di Zoagli contro la gara indetta dal Comune Il 4 settembre del 2024 l’agenzia Ansa citava una dichiarazione della presidenza del Consiglio dei ministri, quindi di Giorgia Meloni a proposito del decreto che decideva l’ennesimo rinvio della Bolkestein con la proroga alle concessioni balneari prolungate fino al 2027: «La collaborazione tra Roma e Bruxelles – sottolinea Palazzo Chigi – ha consentito di trovare un punto di equilibrio tra la necessità di aprire il mercato delle concessioni e l’opportunità di tutelare le legittime aspettative degli attuali concessionari, permettendo di concludere un’annosa e complessa questione di particolare rilievo per la nostra Nazione».
Oggi però, una sentenza del Tar Liguria riguardante uno dei tanti ricorsi contro i comuni che hanno già indetto le gare smentisce clamorosamente quanto sostenuto dal Governo Meloni. Ecco il passaggio: «non vale invocare un accordo tra lo Stato italiano e la Commissione europea, secondo cui le Amministrazioni avrebbero l’obbligo di prorogare le concessioni balneari sino al settembre 2027: e ciò sia perché non risulta esistente un documento scritto racchiudente tale patto…».
È un’affermazione, quella del collegio giudicante (Giuseppe Caruso, che è il presidente del Tar, con i colleghi Liliana Felleti e Marcello Bolognesi) che crea, oggettivamente, una frattura istituzionale. In questo caso, infatti, non si tratta di interpretazione di leggi o regolamenti, perché il Tribunale nega l’esistenza dell’atto normativo sul quale dovrebbe poggiarsi la – a questo punto presunta – proroga.
Il caso riguarda il ricorso presentato dai titolari di tre bagni di Zoagli (Bagni Silvano, Sacha Cubeddu e Matakello) contro «la deliberazione della Giunta comunale di Zoagli del 27 dicembre 2023, con cui è stata confermata la scadenza delle concessioni demaniali marittime in data 31 dicembre 2023 ed è stato disposto di dare corso alle procedure di evidenza pubblica per le nuove assegnazioni».
I titolari sostenevano che non fossero stati rispettati i meccanismi di indennizzo previsti per i concessionari uscenti e, soprattutto, le proroghe concesse in questi anni, in particolare «il decreto legge 131 del 2024, che, con l’assenso della Commissione europea, avrebbe assegnato alle Amministrazioni termine sino al 30 settembre 2027 per espletare le procedure di riassegnazione delle concessioni».
Il Tar però ha respinto tutti i punti del ricorso.
Scrivono i giudici che «le concessioni demaniali marittime per attività turistico-ricreative, beneficiarie di plurime proroghe ex lege, hanno cessato i loro effetti in data 31 dicembre 2023, sicché le nuove assegnazioni devono avvenire mediante selezioni imparziali e trasparenti tra i potenziali candidati, ai sensi della cosiddetta Bolkestein».
Il Tribunale poi sottolinea la correttezza dei provvedimenti della giunta di Zoagli.
Infine il passaggio più delicato, quello che smentisce il governo: «Per contro, non vale ai titolari invocare un accordo tra lo Stato italiano e la Commissione europea, secondo cui le Amministrazioni avrebbero l’obbligo di prorogare le concessioni balneari sino al settembre 2027: e ciò sia perché non risulta esistente un documento scritto racchiudente tale patto; sia in quanto, in ogni caso, un simile accordo non potrebbe prevalere sul dictum (la pronuncia, ndr) della Corte di Giustizia in ordine all’incompatibilità unionale del rinnovo automatico delle concessioni demaniali per finalità turistico-ricreative, essendo la Curia europea (La Corte di giustizia dell’Unione europea) l’organo deputato all’interpretazione autentica del diritto eurounitario, con effetti vincolanti sia nei confronti delle autorità nazionali che delle altre istituzioni dell’Unione».
Un tema che il presidente del Tar Liguria Giuseppe Caruso aveva già affrontato all’inaugurazione dell’anno giudiziario, ma che ora è scritto in una sentenza