Corriere della Sera, 20 febbraio 2025
Hamilton: «Ferrari già da Mondiale, se vinco non smetto. L’unico pericolo? Devo stare attento con la pizza»
Lewis dopo aver provato la nuova SF-25:«Sono venuto qui per vincere, ma sarà dura battere Leclerc» Da dietro le recinzioni di Fiorano gli hanno lanciato persino dei peluche. Stanchissimo ma felice, due ore di sonno per il viaggio lampo a Londra per lo show della F1, Lewis Hamilton si nutre dell’«energia magica dei tifosi e dell’ambiente» e «di qualche pizza»: «Ne ho mangiate tre la scorsa settimana ma tranquilli, continuo a perdere peso». Risate e pause di riflessione, il nuovo leader della Ferrari parla con carisma e non schiva le domande, almeno per ora. Ha appena concluso i suoi primi 100 km sulla SF-25, una macchina profondamente rivista molto di più di quanto si veda da fuori – «L’anno scorso chi era davanti a noi era solamente 30 millesimi più veloce, perciò conta ogni dettaglio» parola del dt Loic Serra —, si è emozionato come di continuo gli capita da quando è a Maranello, si sente «al posto giusto nel momento giusto».
«Esperienza nuova, mi apre la mente»
Stuzzicato su altri temi è ancora più sensibile, è in missione, il sette volte campione del mondo ci tiene a sottolinearlo e a mettere in chiaro quali devono essere gli obiettivi della Ferrari. Non pensa a un solo titolo, di più: «Se fossi abbastanza fortunato da vincerne uno, che poi è quello per cui sto lavorando, perché dovrei smettere?». Non insegue i record, ma la leggenda: «Per me non sarebbe l’ottavo Mondiale, ma il primo con la Ferrari, varrebbe in modo speciale. Vorrei contribuire a questa storia fantastica». Racconta che avrà bisogno di adattamento, che in Mercedes aveva impiegato sei mesi per ottenere il primo successo. «Ma venivo dalla McLaren e c’erano delle similitudini, qui invece è tutto diverso: dal suono, al motore, alla maniera di fare gli assetti, ai software. È un’esperienza completamente nuova, ed è bello aprire la mente, cercare di capire».
«L’italiano e le lasagne»
Alterna qualche parola in italiano, sa che è importante farlo, glielo hanno anche consigliato dal punto di vista dell’immagine all’interno del suo staff dove c’è una ragazza nata a Treviso: «Ho sempre sognato di parlare una seconda lingua, a 13 anni correvo sui kart in un team italiano e capivo abbastanza. Il problema è che quando sei inglese alla fine non sei costretto a imparare per forza». Di quel periodo ricorda le «lasagne pazzesche» che gli cucinava la mamma di un meccanico, Luca Del Fante. «Ora però devo stare attento. E non posso nemmeno mangiare troppe pizze». Altre risate durante la chiacchierata, poi i toni cambiano bruscamente.
«Conosco i team vincenti, Ferrari lo è»
Se lui dice di sentirsi in missione la Ferrari è pronta per il titolo? «Sì. E lo dico perché sono stato in team vincenti, quindi so di cosa parlo (McLaren e Mercedes ndr): conosco come lavorano, e poi non ho mai visto una passione così da nessun’altra parte. Gli ingredienti per il Mondiale ci sono, si tratta soltanto di mettere i pezzi insieme. E Fred è un grande leader». Sul francese pesa la responsabilità di una stagione da condannato a vincere, è al suo terzo anno da team principal: «Cambia poco, sono soltanto più vecchio – risponde Vasseur – e comunque i precedenti campionati mi hanno insegnato a gestire le aspettative. Abbiamo imparato tante lezioni: per diventare campioni bisogna sfruttare ogni occasione, eliminare gli inconvenienti, ridurre gli errori. Lewis? Ha vent’anni di più del ragazzo con cui ho lavorato: è maturo, esperto, ci spinge. È il pilota che volevo: per la squadra e per Charles».
Leclerc: «Batterlo sarà la sfida più importante della mia carriera»
Già, c’è anche Leclerc, il Cavallino del futuro, ormai ventisettenne: «Molto più maturo della sua età – lo dipinge così Lewis – molto difficile da battere». Charles sarebbe deluso se non portasse a casa almeno uno dei due titoli, ma la sua sfida è molto più ampia, costretto com’è a stare davanti al Re. Per ora discutono di musica, giocano a scacchi («È in vantaggio lui per 3-2 ma sto recuperando»), dalla prossima settimana nei test in Bahrein si comincerà a capire chi comanda in pista, il monegasco si sta preparando: «È una sfida enorme essere compagno di Lewis, la più grande della mia carriera. Mi spinge a dimostrare quanto valgo»