Corriere della Sera, 20 febbraio 2025
Acerra: i funerali di Giulia, 9 mesi, uccisa dal pitbull di famiglia. Cosa non torna: le due versioni del padre, il cane Tyson, la rottura del collo.
L’addio alla piccola nel Duomo di Acerra in forma privata. I risultati sulle feci dei cani saranno disponibili in 7/10 giorni. I primi risultati dell’autopsia
«Almeno nel giorno dei funerali rispettate il nostro dolore, spegniamo i riflettori per l’ultimo saluto alla bambina». Questo l’appello della famiglia di Giulia Loffredo, la bimba di nove mesi che nella notte tra sabato e domenica scorsa è stata uccisa dal cane di famiglia nell’appartamento del rione Ice Snei di Acerra in cui viveva con i genitori. Questa mattina i funerali nella cattedrale del Duomo di Acerra erano previsti alle 11, in forma privata, ma sono stati anticipati di qualche ora. «Avete affidato Giulia alla Madonna. Ripartite dal vostro amore che vi aveva donato questa meravigliosa bambina che ora si trova sotto il manto della Vergine». Ha detto don Gustavo Arbellino, vice parroco della Cattedrale dove, solo lo scorso dicembre, la piccola era stata battezzata. I genitori, si è appreso, hanno ascoltato le parole del sacerdote accanto alla piccola bara bianca, senza distogliere lo sguardo dal feretro. Poco distanti da loro i nonni e bisnonni della piccola.
È trascorsa meno di una settimana dalla tragedia che ha cambiato per sempre la vita di Vincenzo ed Angela, una giovane coppia di 25 e 23 anni, e ancora tanti sono gli interrogativi che ruotano intorno all’accaduto.
La ricostruzione
Stando ad una prima ricostruzione al vaglio degli inquirenti Vincenzo, descritto da tutti come un bravo ragazzo che si alza alle 4 e 30 del mattino per andare a lavorare come barista, era sul letto con la piccola, in casa c’erano i due cani di famiglia, Tyson il pittbul e LaiKa il meticcio di piccola taglia, mentre la mamma lavorava come cameriera in pizzeria. Ad un tratto, probabilmente per la stanchezza, Vincenzo si addormenta. A questo punto lui non avrebbe sentito più nulla entrando in un sonno profondo, una volta sveglio avrebbe visto Giulia a terra in una pozza di sangue e sarebbe corso a piedi al vicino pronto soccorso della Clinica dei Fiori nel tentativo disperato di salvare la bambina.
La prima versione
Una volta in ospedale, forse preso dal panico, Vincenzo ha prima dichiarato che la bambina era stata aggredita da un cane randagio per poi scoppiare in lacrime, cambiare la versione dei fatti rilasciata inizialmente e darne una seconda ora al vaglio degli inquirenti.
Indagato per omicidio colposo
Attualmente la Procura di Nola ha aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico del 25enne e l’altro ieri è stata eseguita l’autopsia sulla salma della piccola da cui traspare che Giulia è stata morsa più volte dal cane e che la morte sarebbe stata causata dalla rottura del collo della bambina.
I nodi da sciogliere
Ci sono ancora tanti nodi da sciogliere. La Polizia ha acquisito le immagini delle telecamere che riprendono il rione Ice Snei: gli investigatori vogliono capire se Vincenzo fosse in casa al momento della tragedia oppure si fosse allontanato. A complicare la posizione del padre della bambina c’è un esame tossicologico i cui esiti hanno chiarito che era positivo ai cannabinoidi. L’esame è stato prodotto dal laboratorio della Clinica dei Fiori ed è di tipo qualitativo e non quantitativo, qualora gli inquirenti volessero capire la percentuale di cannabis potrebbero chiedere all’Università Vanvitelli di esaminare i campioni.
Gli esami sul cane
Alcuni dubbi sono sorti anche dai primi esami effettuati su Tyson, il pitbull, da cui non sarebbero emerse tracce ematiche nella bocca dell’animale ma su questo l’Asl mantiene il massimo riserbo ed informa che «per quanto riguarda l’esame per la ricerca di dna umano nelle feci dei cani i campioni saranno consegnati al laboratorio per effettuare le analisi, su disposizione della magistratura. Verosimilmente arriveranno indicazioni in tal senso nelle prossime ore. A partire dalla consegna, tecnicamente, occorrono dai 7 ai 10 giorni per i risultati».
I nonni: «Il pitbull non doveva stare in casa»
«Il pitbull aveva già aggredito un cagnolino l’anno scorso, era aggressivo e ci siamo sempre lamentati del cane con il ragazzo» hanno detto diversi residenti del rione Ice Snei. Dello stesso avviso anche i nonni materni che, pur chiarendo quanto sia un bravo ragazzo Vincenzo, ricordano con dolore di quante volte gli hanno chiesto di allontanare Tyson dall’appartamento in cui viveva Giulia: «Vincenzo è un bravo ragazzo, faceva due lavori per portare avanti la famiglia e la figlia era la regina della casa ma gli ho sempre detto che il pitbull non era un cane che poteva stare in casa. Ora come si fa ad affrontare questo dolore?».