Corriere della Sera, 20 febbraio 2025
Elezioni in Germania, Heidi Reichinnek mostra che la sinistra piace ai giovani (e fa vacillare la Grosse Koalition di Merz)
Effetto Reichinnek, la Linke fa il pieno (anche sui social). Con lo sbarramento al 5% e l’ingresso di Linke e Bsw le larghe intese sarebbero impossibili BERLINO – E poi è arrivata Heidi. Quando sembrava che la sinistra fosse fuori dai giochi, che in quest’elezione tedesca dominata dall’ombra dell’estrema destra, i «compagni» fossero comparse fuori dall’inquadratura, è stata la folgorante apparizione di Heidi Reichinnek, 36 anni, a mostrare che la «sinistra» piace di nuovo ai giovani. La Linke dovrebbe tornare in Parlamento e questa fiammata annuncia guai per il cancelliere in attesa, Friedrich Merz.
Heidi Reichinnek, capolista con Jan van Aken, si è fatta notare anche ai più distratti con il discorso in Parlamento, quando la Cdu ha votato la mozione anti-migranti insieme all’Afd. Il suo discorso («alle barricate») è stato visto da 30 milioni di persone su YouTube. Come ha scritto lo Spiegel, anche se non si è d’accordo con le sue tesi, anche chi non pensa che quel voto fosse già un patto tra Cdu e Afd o chi non ritiene che l’Afd sia la resurrezione del fascismo, è innegabile che Heidi Reichinnek ha fatto centro, mostrando sincerità e autorevolezza. Ci si è accorti che è la politica con più follower su TikTok: 534 mila. E la Linke è salita in pochi giorni a 6%, sopra la soglia di sbarramento: alle Europee, guidata da Carola Rackete, aveva il 2,7%.
Più ancora, Heidi (i fan la chiamano per nome) in pochi mesi ha fatto sembrare vecchia Sahra Wagenknecht, se non anagraficamente, nelle idee e per l’appartenenza all’establishment. E così Wagenknecht (la signora Lafonraine, sposata con l’amico-nemico di Gerhard Schröder), che solo in primavera era la stella nascente della sinistra nazional-populista (che flirtava con l’AfD) si è offuscata. Mentre ha iniziato a splendere la sinistra-sinistra, che quasi su tutto vota agli antipodi dell’estrema destra.
Reichinnek ha grandi tatuaggi sul braccio sinistro (una rosa e un orologio), sul sito del Parlamento si mostra in T-shirt nera «strong female fan», usa volentieri un rossetto rosso. E trasmette un’allegria – affermando cose durissime ma con il sorriso, connettendosi con le persone – che nella politica tedesca dal basso tasso d’empatia è risultata come aria fresca. Capisce i social, si rivolge a volte ai follower come «Voi topini», sa alternare i registri. Come Angela Merkel e Sahra Wagenknecht è nata ad Est, ma vive ad Ovest, a Osnabrücke. È insomma la figlia della nuova Germania che ha vissuto in famiglia il travaglio di chi, nella Ddr, ha perso il lavoro e il ruolo sociale: «Forse è dovuto alla mia educazione all’Est se non mi faccio intimidire da uno come Friedrich Merz».
Il resto l’ha fatto il programma della Linke, molto concreto: lotta al caro affitti, tasse alte per i ricchi. Ma niente espropri, niente radicalità, siamo nel territorio di Bernie Sanders. In un voto-esperimento tra 166 mila studenti under 18, la Linke è risultata primo partito. Ed è prima, con i Verdi anche tra il 18-29enni (19%), davanti all’Afd (17%) e la Cdu (16).
L’exploit della Linke, però, non è una storia marginale: può impattare decisamente sui destini di Friedrich Merz. Occorre dare un’occhiata più attenta ai sondaggi e conoscere il meccanismo parlamentare tedesco, che mette la soglia di sbarramento al 5%: la Cdu è al 30%, la Spd al 17, i Verdi al 13, l’estrema destra Afd seconda al 21-22. Senza la Linke in Parlamento, basta quindi il 43-44% dei voti per ottenere la maggioranza assoluta dei seggi, e Merz avrà gioco facile a fare la Grosse Koalition; potrebbe perfino allearsi con i Verdi. Se invece entra la Linke, il margine è risicato. Se poi ce la facessero Sahra Wagenknecht o i liberali (al 4%), la Grosse Koalition sarà impossibile. Alcuni sondaggi preannunciano questo scenario. E un governo a tre (con Spd e Verdi), litigioso e poco coeso, è in questi giorni la grande paura di Merz. L’ultima cosa che auspica, se dovrà guidare la Germania di fronte alla rivoluzione che viene dall’America.