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 2025  febbraio 20 Giovedì calendario

Domi Martimucci, il calciatore ucciso a 27 anni da una bomba in una sala giochi: dopo 10 anni due arresti.

Domenico Martimucci, noto come “il piccolo Zidane”, rimase gravemente ferito dall’esplosione della bomba piazzata in una sala giochi di Altamura, mentre era aperta. Morì dopo quasi 5 mesi di coma Altamura, calciatore di 27 anni morì dopo un attentato in una sala giochi: dopo 10 anni due arresti
Rimase gravemente ferito nell’attentato con una bomba a una sala giochi della sua città, avvenuto il 5 marzo 2015. E morì 5 mesi dopo. Un attentato – secondo quanto hanno accertato le indagini – di stampo mafioso. Ma lui, Domenico Martimucci, calciatore, con la mafia non c’entrava nulla. Morì a 27 anni.
Oggi le manette sono scattate per altri due responsabili della morte del giovane calciatore. Si tratta di Nicola Centonze e Nicola Laquale: il primo fece da intermediario, il secondo fornì la bomba.
I due, oltre che di omicidio, sono accusati anche di tentato plurimo omicidio e detenzione e porto di materiale esplodente, tutte accuse aggravate dal metodo mafioso.
Gli arresti partiti da dichiarazioni dei collaboratori di giustizia
Il nuovo quadro investigativo si basa sulle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia le quali confermano, in sostanza, il coinvolgimento dei due indagati nella vicenda, rispettivamente per aver coordinato l’attentato dinamitardo e per aver fornito l’ordigno esplosivo. Il quadro indiziario a carico degli indagati è stato condiviso dalla procura di Bari che ha avanzato richiesta di emissione di misura cautelare. Il gip del tribunale di Bari, accogliendo la richiesta, proprio in prossimità del decennale dell’atto dinamitardo, ha disposto la cattura dei due indagati: uno in carcere, l’altro ai domiciliari.
Il “piccolo Zidane” morto dopo 5 mesi di coma
Martimucci morì dopo quasi 5 mesi di coma per le ferite causate dall’esplosione della bomba in una sala giochi di Altamura, fatta piazzare a scopo intimidatorio, quando il locale era ancora aperto e al suo interno si trovava anche il ragazzo. Nell’esplosione rimasero ferite altre otto persone, alcune delle quali in modo grave.
Per la sua morte sono stati già condannati in via definitiva dalla Cassazione il mandante dell’attentato, il boss Mario D’Ambrosio (a 30 anni di carcere), l’esecutore materiale Savino Berardi (a 20) e uno dei complici, Luciano Forte (a 18 anni).