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 2025  febbraio 20 Giovedì calendario

Atlantisti antiamericani

In questi tre anni, l’Ue aveva due opzioni: vincere la guerra o preparare la pace. Invece la guerra l’ha persa e la pace non l’ha preparata. Invece la guerra l’ha persa e la pace non l’ha preparata. E ora dà la colpa a Trump, arrivato a cose fatte a gestire la sconfitta di chi c’era prima, come già nel 2017 in Afghanistan, cercando di convincere chi la guerra la sta vincendo a fermarsi prima che la stravinca. Ma Zelensky, che aveva alzato bandiera bianca dando per perse le quattro regioni perse e implorando Putin di sedersi al tavolo, ha di nuovo cambiato idea (o qualcuno gliel’ha fatta cambiare) ed è tornato in modalità “piano per la vittoria”: non cederà nulla di ciò che ha perso, anzi detta condizioni a chi ha vinto. Certo, era meglio un negoziato paritario Russia-Ucraina con un arbitro imparziale. Ma quel treno passò a Istanbul nel marzo-aprile 2022 chez Erdogan, mezzo milione di morti fa, e lui ne scese a un passo dall’intesa su amorevole consiglio di Johnson&C.: peggio per lui, anzi per il suo popolo, che ora subirà condizioni molto più pesanti. Lui dice giustamente che non si fa la pace Russia-Ucraina senza Ucraina: peccato che l’estate scorsa lui e la Nato avessero apparecchiato in Svizzera un negoziato Russia-Ucraina senza Russia: logica conseguenza del suo decreto dell’ottobre 2022 che gli vieta di trattare con Putin (a proposito: quando lo abolisce?). L’Ue gli ha sempre tenuto bordone e ora fa la faccia da funerale perché si rischia la pace. I leader – ma solo i più falliti – si riuniscono a Parigi come gli alcolisti anonimi per decidere le truppe da inviare a Kiev nel dopoguerra che Trump prepara senza e contro di loro: come se Mosca potesse accettare truppe Nato nell’Ucraina fuori dalla Nato.
Fortuna che, nel caos generale, la Schlein ha le idee chiare: “Meloni dica se sta con l’Ue o con Trump”. Quindi almeno lei ha capito dove sta l’Ue: però s’è scordata di dircelo, e soprattutto di dirlo all’Ue. Le ultime volontà dell’Ue sono scolpite nella risoluzione di un mese fa, quella che equipara il nazismo e il comunismo: “Piena vittoria militare dell’Ucraina” e “cambiamento democratico in Russia e in altri paesi autoritari come la Bielorussia”. Se questo è il contributo realistico che vuol dare al negoziato di pace, si capisce perché non sia stata invitata. Ma, a illuminare ancor meglio lo scenario, c’è Mario Draghi, che “sferza”, anzi “striglia”, anzi “sveglia”, anzi “scuote” l’Ue: “Non si può dire no a tutto, fate qualcosa”. No a tutto cosa? E qualcosa cosa? Ah saperlo. Era quasi meglio “Volete la pace o i condizionatori accesi?”. Anche perché le persone normodotate hanno scelto sia la pace sia i condizionatori accesi. Però non disperiamo: con tutti questi atlantisti diventati antiamericani dalla sera alla mattina, non resta che dichiarare guerra non solo alla Russia, ma pure all’America.