Avvenire, 20 febbraio 2025
Scosse, paure, disagi: l’incubo infinito dei Campi Flegrei.
La terra trema da giorni e si teme un’eruzione della grande caldera. A Pozzuoli un incontro con la cittadinanza con le rassicurazioni di Ciciliano (Protezione civile) e del sindaco Manfredi
C’è chi ha dormito in auto per giorni, chi invece ha preferito farlo nei letti allestiti nel palazzetto dello sport e perfino chi ha trascorso la notte in un’area di sosta della tangenziale di Napoli, pronto a scappare. Già, perché le centinaia di scosse di terremoto che si sono registrate negli ultimi giorni nell’area dei Campi Flegrei non possono essere in nessun modo scisse dalla paura più grande che le persone che ci vivono covano dentro di sé: il disastro di proporzioni immani che il supervulcano (o grande caldera) sul quale vivono è capace di generare.
La verità è molto semplice: la gente di Pozzuoli, della stessa Napoli e di Bacoli non ne può proprio più di convivere con le continue scosse che da qualche anno disturbano le loro giornate e − soprattutto − le loro notti. E se questo sciame sismico non genera danni irreparabili alle loro case, se le scuole resistono e se non ci sono nessun morto e nessun ferito, poco importa, visto che lo stress con cui devono convivere da qualche anno è giunto ormai ampiamente al limite della sopportazione. D’altra parte, nessuno può togliere loro dalla testa l’idea che una scossa di magnitudo più alta di quelle che ci sono state finora potrebbe generare quella tragedia che finora non c’è stata.
Per non parlare addirittura di una eruzione del supervulcano più pericoloso d’Europa. Insomma, centinaia di migliaia di persone vivono costantemente a contatto con la catastrofe imminente. Tanto che, al partecipatissimo incontro dell’altra sera con la cittadinanza tenutosi a Pozzuoli, il capo della Protezione civile, Fabio Ciciliano, alla domanda «Cosa fareste in caso di una scossa del quinto grado?» non ha potuto dire nient’altro che «Conteremmo i morti». Più passano i giorni e più le persone che preferiscono dormire fuori casa, aumentano; anche se ieri la situazione è sembrata tornare sotto controllo.
A poco sembrano servire le rassicurazioni del sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, che è un ingegnere e se ne intende di queste cose, quando dice alle centinaia di persone accorse l’altra sera all’incontro istituzioni-cittadini: «Il fatto che la casa tremi è una cosa positiva, poiché vuol dire che l’energia scatenata dal terremoto viene dispersa. Bisognerebbe preoccuparsi se accadesse invece il contrario». Manfredi però sa bene che le sue rassicurazioni da studioso della materia servono a poco in questi casi e aggiunge: «Quello che noi dobbiamo gestire è il trauma psicologico che questa situazione sta comportando per chi vive nell’area dei Campi Flegrei, non tanto il rischio di un’eruzione o di danni alle case. Le nostre scuole sono sicure: se così non fosse stato, le tragedie che temiamo sarebbero già avvenute».
Più facile a dirsi che a farsi, perché le emozioni prevalgono ormai ampiamente sulla ragione ed esplodono in tutta la forza proprio nel confronto con i rappresentanti delle istituzioni, che non possono far altro che annotare, annuire, smorzare i toni.
Enzo, una vita trascorsa nel sindacato, è abituato a questo tipo di assemblee e chiede: «Noi vogliamo convivere con questi terremoti, ma vogliamo farlo in totale sicurezza: voi siete capaci di garantirci questo?». Il tono si fa sempre più duro e provocatorio. «Perché queste cose si fanno solo ora e non nei decenni passati, quando già il problema era già ampiamente noto?», chiede un altro signore arrivato a Monterusciello, luogo dell’incontro istituzioni- cittadinanza. Si tratta di un quartiere nato proprio per accogliere i cittadini di Pozzuoli colpiti maggiormente dalla penultima crisi bradisismica. (Il bradisismo è il fenomeno di abbassamento e innalzamento del suolo responsabile dei terremoti che si verificano nell’area di Campi Flegrei, ndr).
Tutti provano invano a rassicurare. Ciciliano ricorda i 500 milioni che il governo ha messo a disposizione dei Comuni dell’area per la messa in sicurezza in primis dei luoghi pubblici.
Il direttore dell’Osservatorio Vesuviano, Mauro Di Vito, cerca di spiegare che questi terremoti non significano affatto un’eruzione imminente e che i Campi Flegrei sono una delle aree più monitorate al mondo, perfino nei fondali marini. Ma serve a poco, se un’anziana signora che ha vissuto la crisi precedente è costretta a indossare il pigiama negli spogliatoi del palazzetto dello sport per poi prendere posto in uno dei letti allestiti nel campo di pallacanestro. Almeno lei, arrivata alla sua età, pensa forse che è inutile urlare o lamentarsi e che con quel vulcano e con quei terremoti, come con la paura di morire, bisogna semplicemente convivere.