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 2025  febbraio 20 Giovedì calendario

Il passaggio più difficile della storia recente

È senz’altro il passaggio più difficile della storia recente: non solo per l’Italia, ma per l’intera Europa. Siamo al bivio che deciderà il riassetto dell’area occidentale, il che riguarda la Nato e il rapporto con Stati Uniti e Russia. Per il governo di Roma, qualunque sia il suo colore, è una prova determinante e in altri tempi sarebbe parso naturale parlare di solidarietà nazionale, di convergenza parlamentare intorno ad alcune priorità. Così fu negli anni, diciamo così, maturi della Prima Repubblica, non certo al suo inizio, quando l’adesione all’Alleanza Atlantica scatenò le passioni. Ma neppure nella stagione conclusiva, precedente la rivoluzione giudiziaria di Tangentopoli, cioè gli anni Ottanta: quando prese campo la polemica “pacifista”, soprattutto in Italia e Germania Ovest, contro l’installazione degli euromissili in funzione anti-sovietica. Allora per fortuna l’asse euro-atlantico era solido e resse a ogni scossone finché la crisi fu superata. Oggi siamo entrati in una nuova fase, quasi indecifrabile. Ci si muove in un terreno inesplorato: vale per Giorgia Meloni non meno che per i suoi avversari politici all’interno come all’esterno, in Italia e fuori.Rispetto alla politica estera e di sicurezza, non c’è da attendersi oggi un ritorno alla solidarietà nazionale in Parlamento. Almeno non in tempi brevi. E si capisce perché. Si è detto che la coerenza sui temi internazionali è stato l’elemento più positivo del governo di centrodestra. Non era scontato, considerando gli umori che serpeggiano nel paese e a cui danno voce un po’ confusa ambienti della Lega, dei 5S e di vari gruppi rosso-bruni. Oggi questa coerenza diventa quasi un fardello.Presupponeva l’aiuto politico e militare all’Ucraina come pegno di amicizia verso gli Stati Uniti: con l’amministrazione Biden, certo, ma ovviamente anche con il successore Trump.Tuttavia adesso è il presidente degli Stati Uniti che rovescia il tavolo e usa parole di fuoco verso l’alleato di ieri, quel Zelensky che avrebbe dovuto guidare l’Ucraina fino alla vittoria finale. O quanto meno fino a imporre le condizioni di una pace onorevole.Non ha torto il ministro Crosetto quando afferma: “Trump deve essere quello che impone la pace a Putin, non quello che va a trattare in posizione d’inferiorità”. Qui è il nocciolo della linea italiana rispetto all’alleato americano. Il governo è spiazzato, certo, perché non ha più le spalle coperte e, anzi, si trova a fronteggiare il “terzaforzismo” di Macron. In questo frangente l’idea dell’esercito comune dell’Unione è utile soprattutto agli interessi politici della Francia, paese lontano dal sovranismo della destra meloniana, propensa invece a riproporre una versione aggiornata del vecchio disegno euro-atlantico. Peraltro Trump, per come lo stiamo vedendo all’opera, non offre per ora alcuna sponda a quel progetto. Sta di fatto che la premier non ha alcuna fiducia nelle iniziative di Macron, ma non può dirlo. Deve invece salvare tutto quello che può della vecchia relazione instaurata con gli Stati Uniti (e con Kiev), ma essendo consapevole che lo scenario è cambiato in modo clamoroso.Altro che solidarietà nazionale. Tutto l’arco dei “pacifisti” si è già spostato contro l’ipotesi di aumento delle spese militari per la sicurezza europea. È il nuovo fronte, una strada tutta in salita perché richiede enormi risorse economiche – sia pure sganciate dal Patto di stabilità – e non incontrerà l’entusiasmo dei contribuenti. Quanto all’opposizione, non è suo compito correre in soccorso del governo, è ovvio. Ma ancora una volta non ha una linea chiara. Ne ha almeno un paio e Conte è stato il più lesto a scagliarsi contro quelli che chiama i “bellicisti” occidentali, da rintuzzare aprendo alla Cina. Così in apparenza scava una trincea tra 5S e Pd, ma non se ne cura perché pensa che questo “trumpismo” all’italiana alla fine pagherà. Per il resto, chiedere alla Meloni di togliersi il berretto rosso di Maga è una battuta spiritosa, ma non definisce una via d’uscita in una crisi drammatica che riguarda tutti.