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 2025  febbraio 20 Giovedì calendario

Steve Bannon vuole conquistare l’Europa Paese dopo Paese

«La conquista dell’Europa da parte del movimento Maga comincia domenica, con le elezioni in Germania. La strategia è prendere il continente Paese dopo Paese. Alla fine contiamo di avere dalla nostra parte la premier italiana Giorgia Meloni, anche se negli ultimi tempi è stata un po’ condizionata dalla responsabilità di governare e ha scelto di prendere posizioni più moderate».
Steve Bannon sta sul palco della Maryland Ballroom, nel Gaylord National Resort alle porte di Washington, dove a partire da oggi si tiene il vertice annuale della Conservative Political Action Conference (Cpac), autodefinita come “la riunione dei conservatori più influente al mondo”. L’antipasto però è lui, manager della campagna presidenziale di Trump nel 2016 e suo braccio destro alla Casa Bianca, prima di cadere in disgrazia. Un paio di settimane fa ha risolto il caso giudiziario più grave, ammettendo la colpevolezza nel procedimento in corso a New York per la frode legata alla raccolta dei fondi per costruire il muro al confine col Messico. Ha patteggiato 3 anni di condizionale ma ha evitato di tornare in prigione, dove era stato per aver rifiutato di collaborare col Congresso sulle inchieste contro Trump.
Questa è la prima uscita pubblica dopo lo scampato pericolo del carcere. La dedica alla “War-Room Force Multiplier Academy”, conversazione con la base del movimento Make America Great Again, affezionata al suo podcast quotidiano. «Abbiamo vinto – avverte – ma la parte dura arriva adesso. Dobbiamo combattere con più forza di prima, perché se i democratici vinceranno le elezioni di Midterm del prossimo anno, la prima iniziativa dello Speaker della Camera Jeffries sarà il terzo impeachment di Trump». Mentre parla arriva il messaggio con cui Trump scarica il presidente ucraino Zelensky, definendolo un mediocre comico riciclato come dittatore. Bannon non riesce a trattenere il suo entusiasmo: «Diamine, questo colpo è più duro di qualsiasi cosa che noi saremmo riusciti a dire oggi!». E in un momento di pausa risponde alle nostre domande.
Lei è stato molto duro con Elon Musk, parlando con UnHerd lo ha definito un “parassita immigrato illegale”. Però lui guida il Department of Government Efficiency, ha appena fatto un’intervista congiunta col presidente su Fox News, e ha lanciato la campagna Mega, Make Europe Great Again, sulle tracce di quanto è accaduto negli Stati Uniti. Molti nell’amministrazione sono convinti che l’Europa sia solo un ciclo elettorale indietro rispetto all’America. Mano a mano che si voterà, il Vecchio continente seguirà la strada segnata da Trump, come indicano i sondaggi che danno Afd in crescita in Germania, Farage in Gran Bretagna, e Le Pen in Francia. Il fondatore di Tesla ha messo la propria forza mediatica e i propri soldi dietro a questo progetto, lei non lo condivide?
«Musk va tenuto d’occhio, perché ha interessi personali che vanno oltre gli obiettivi del movimento Maga e della stessa amministrazione. Però finché ci aiuta, può tornare utile. Come ho detto, credo che il presidente lo stia usando per demolire lo stato amministrativo».
La campagna per conquistare anche l’Europa come verrà condotta e quando potrà avere successo?
«Comincia già domenica, con le elezioni in Germania, dove i nostri alleati otterranno un chiaro e significativo successo. Non prenderà di mira il continente in generale, ma si concentrerà sui singoli stati, per conquistarli uno dopo l’altro, mano a mano che andranno alle urne. Gli effetti poi cambieranno l’intera direzione dell’Europa».
In Italia i conservatori sono già al potere, ma lei è stato tiepido nei confronti della premier Meloni. Ritiene che sia diventata troppo morbida e disponibile nei confronti dell’Unione europea?
«Guardate, io conosco e collaboro con Giorgia Meloni da quando il suo partito aveva percentuali minuscole nei sondaggi, quindi il nostro rapporto ha radici profonde e consolidate. Credo che da quando è al governo abbia subito la pressione della responsabilità di guidare il Paese, ma non penso che le posizioni che ci univano siano cambiate».
Quando il presidente Trump ha pubblicato il messaggio contro Zelensky, l’avete letto sul palco esultando. Pensa che il leader ucraino sia finito?
«Sì, certo. Naturalmente se deciderà di presentarsi per accettare i termini dell’accordo con la Russia, sarà il benvenuto, ma non ha più il potere di dettarlo».
Lei ha servito nella Navy durante la Guerra Fredda. Non teme che Mosca possa aggredire l’Europa e danneggiare gli Usa?
«No, siamo in grado di gestirla. Siamo già stati alleati della Russia durante la Seconda Guerra Mondiale, possiamo tornare ad esserlo».