Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  febbraio 20 Giovedì calendario

Queen Heidi, in Germania la sinistra ha una stella

«Che lei si stia alleando con un partito fascista è una vergogna. Mi rivolgo a voi cristiano-democratici che sedete in Parlamento. Siete ancora in tempo per evitare un errore storico, fate marcia indietro». È il 29 gennaio a Berlino e nel Bundestag è accaduto l’indicibile: i cristiano-democratici della Cdu si sono appena avvalsi dell’appoggio dell’estrema destra di Alternative für Deutschland (Afd) per far passare una mozione anti migranti in Parlamento ed è la prima volta che questo accade dalla fine della Seconda guerra mondiale. Heidi Reichinnek, spitzenkandidatin della sinistra di Die Linke sale sul podio, la camicia nera con le maniche tre quarti le lascia scoperto il tatuaggio con il volto di Rosa Luxemburg sull’avambraccio. «Signor Friedrich Merz, non mi aspetto delle scuse, mi aspetto che si dimetta». Gli applausi nell’emiciclo sono trasversali. Il video del discorso viene cliccato oltre 30 milioni di volte. È nata una stella, i suoi la chiamano “Queen Heidi” e il suo astro è destinato a cambiare dal basso l’esito delle elezioni tedesche di domenica.
Da alcune settimane Die Linke vive uno slancio nei sondaggi. Fino a fine dicembre giaceva al 3%, di fronte a uno sbarramento collocato al 5%. Dopo la scissione voluta da Sahra Wagenknecht, con la creazione del partito rossobruno Bsw, la storica formazione di sinistra – erede democratica del partito unico della Germania Est – rischiava l’estinzione.
Ora qualcosa è cambiato. A fine gennaio in concomitanza con l’azzardo cristiano-democratico, c’è stato un boom di tesseramenti: martedì hanno raggiunto i 91 mila, è il record storico. L’età media dei nuovi tesserati è di 28 anni e sono per lo più donne. I sondaggi indicano un’intenzione di voto tra il 6,5 e il 9%. Il carisma della leader, la paura dell’estrema destra, la spinta di Tik-Tok e la liberazione dalla stessa Wagenknecht – simbolo del passato – sono tra gli ingredienti dell’ultimo colpo di scena della campagna tedesca. E questo cocktail ha un effetto esplosivo: i voti erosi alle formazioni mainstream fanno sì che attualmente nessuna coalizione a due partiti abbia la maggioranza. Nemmeno quella “oscena” tra destra e ultradestra auspicata dal vicepresidente Usa J.D. Vance. «Die Brandmauer sind wir», il muro di protezione siamo noi, dicono da Die Linke.
Gli eventi sono strapieni. Il 10 febbraio ad Amburgo, Die Linke aveva programmato una serata «techno e ping-pong» in una location adatta a 250 persone. Ne sono arrivate 2000, Reichinnek ha sfidato il freddo dell’inverno del nord e ha spostato il podio all’aperto. Il coro “Heidi, Heidi, Heidi” è partito sui beat della musica e lei ha passato in rassegna il programma: tetto ai canoni di affitto, migliore assistenza per i bambini e i giovani, riforma della regolamentazione riguardo l’interruzione della gravidanza, politiche migratorie più umane. «Per la sicurezza sociale, la pace e la giustizia climatica», è lo slogan. Nei giorni successivi, la scena non ha fatto che ripetersi.
Reichnnek è originaria della Germania Est, classe 1988, è nata a Merseburg, in Sassonia, ha studiato a Marburg, in Assia, ma attualmente vive a Osnanbrück, in Renania settentrionale- Vestfalia. Appartiene cioè a quella nuova generazione nata prima della caduta del muro ecresciuta poi nell’Ovest. Ha visto con gli occhi di bambina quanti allora nel Paese persero il lavoro. Attribuisce alle sue origini il merito di una carica di energia contagiosa. «Forse il fatto che Friedrich Merz non mi incuta alcun timore, quanto piuttosto mi faccia arrabbiare, ha a che vedere con la mia socializzazione dell’Est», scherza.
«È lei la vera alternativa», scrive Sabine Rennefanz, editorialista di Der Spiegel. E questo è certamente vero se si prende come metrica quella di TikTok. Fino a prima dell’inizio della campagna elettorale a novembre, su questa piattaforma spopolava l’Afd. Alice Weidel, la leader dell’estrema destra, è la personalità politica con il maggior numero di follower in Germania. Ma ora la sinistra sfida il suo primato. Secondo dati elaborati dall’Università Militare di Monaco che misurano la diffusione dei partiti sui social, Die Linke è al primo posto. Il risultato, dovuto soprattutto alla stessa Reichinnek, non si traduce automaticamente in voti, ma è un indicatore del successo tra i giovani. Nelle elezioni federali dei minorenni, una simulazione che si svolge nelle scuole ed è molto seguita in Germania, Die Linke è il primo partito con il 20,8% delle preferenze.
Ma il successo ottenuto non è spiegabile solo con l’hype di Queen Heidi. Die Linke ha dall’anno scorso due nuovi leader: Jan van Aken e Ines Schwerdtner. Si deve a loro il cambio radicale di strategia e l’abbandono degli orpelli del passato. Possibile che il maggiore fosse proprio Sahra Wagenknecht, che ora rischia di restare fuori dal Parlamento.