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 2025  febbraio 19 Mercoledì calendario

L’addio alla nonna di Giulia Cecchettin: «Quel dolore immenso le ha spezzato il cuore».

di Roberta Polese
19 febbraio 2025
Gino: «Dopo la tragedia non ha saputo dove aggrapparsi». Chiesa gremita per i funerali
«Mia madre si è sempre messa in coda a tutti, aveva dei sogni, stava aspettando il momento giusto per realizzarli: scrivere, dipingere... prima ha fatto la mamma, poi si è occupata di papà, di noi figli, sembrava che fosse arrivato il momento giusto per lei, poi l’immenso dolore della morte di Giulia, perfino lei, che è stata sempre la più forte di tutti, non ha saputo più dove aggrapparsi». Le parole di Gino Cecchettin, padre di Giulia sequestrata e uccisa dall’ex l’11 novembre del 2023, ancora una volta riempiono di silenzio e commozione una chiesa gremita di persone.
Ieri nella piccola parrocchia di Beverare, frazione di San Martino di Venezze nel Rodigino, c’è stato l’ultimo saluto a sua madre, Carla Gatto, 76 anni, morta il 15 febbraio dopo una breve degenza in ospedale. Hanno partecipato al funerale centinaia di persone, le anziane amiche di una vita, gli amici di Gino e di tutta la famiglia. In chiesa anche Davide, l’ultimogenito: alto e solenne, sempre più somigliante al padre. Non c’era Elena, la ragazza forte e fragile che non ha mai fatto mancare ai due uomini di casa il suo supporto, costantemente ricambiato. La cerimonia è iniziata con le parole di don Giuliano Gualmini: «Non siamo qui solo per dirci quanto Carla fosse meravigliosa per noi, ma per dirci quanto sia stata, e sia ancora di più oggi, amata dal Padre». La liturgia inizia con la parabola dei talenti consegnati a tre schiavi, due di questi li fanno fruttare, uno solo li nasconde. «Quando mi hanno chiesto di celebrare il funerale di Carla – spiega il sacerdote – ho pensato a questa lettura per lei, perché Carla aveva molti talenti, e li ha fatti fruttare, l’ho conosciuta nella tragica occasione della morte di Giulia, è riuscita ad essere forte per tutti, pur avendo il cuore spezzato,lei era sempre pronta ad aiutare».
Carla era la donna che ha tenuto insieme la famiglia nei giorni disperati della ricerca di Giulia. È stata lei la prima ad aprire il cancello della casa di Vigonovo ai giornalisti la mattina del 13 novembre, quando l’allarme per la scomparsa della nipote aveva iniziato a far presagire la tragedia che sarebbe stata su tutti i giornali e le tv per mesi. Era stata lei quella mattina la prima a dire: «Giulia lo aveva lasciato, voleva solo studiare, non voleva fermarsi...», alludendo ai ricatti del suo assassino Filippo Turetta che invece le imponeva di aspettarlo. Lei conosceva molto bene sua nipote. Carla Gatto aveva anche scritto un libro nel 2023, La ragazza con lo zaino in spalla, che racconta di una giovane donna del sud con molti sogni e una gran voglia di cambiare la sua vita.
Ed è stato proprio Gino ieri a restituirle l’immagine completa di una donna svincolata dai ruoli, lo ha fatto la rara capacità che ha di cogliere l’essenza delle persone, descrivendo sua madre a tutto tondo come una ragazza del Novecento, e poi come una donna: «Mia madre ha sempre avuto molti sogni, ma è cresciuta in un periodo in cui essere madre e moglie non lasciava spazio ad altre ambizioni, ha sacrificato tutto per noi, ma senza dimenticare il suo “zaino” di desideri che prima o poi avrebbe realizzato- spiega – ha lavorato, ci ha messo una prima casa sulla testa e poi un’altra casa, più bella e più grande, ci ha riempiti di libri affinché conoscessimo molte cose – aggiunge ancora – poi un giorno, quando sono diventato grande, sono tornato a casa e ho trovato delle tele e le ho chiesto che cosa stesse facendo, e lei mi ha risposto: “Dipingo, forse ho trovato un po’ di tempo per me”». Gino si commuove, gli trema la voce mentre guarda la bara accanto con i fiori gialli e rosa. È un addio sofferto, ma che sta nell’ordine delle cose, quello di un figlio all’anziana madre. Ben diverso dal dolore di una moglie, Monica, morta troppo presto, e di una figlia, Giulia, strappatagli via con inaudita violenza