Il Messaggero, 19 febbraio 2025
Papa Francesco e la polmonite bilaterale, Andreoni: «Decisive le prossime ore. Possibili scompensi agli altri organi».
Di Mauro Evangelisti 19 febbraio 2025
«Le prossime ore saranno decisive» dice il professor Massimo Andreoni, professore emerito all’Università Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali Simit.
Nell’ultimo bollettino sulle condizioni di Papa Francesco si parla di polmonite bilaterale. Cosa significa?
«In generale, quando la polmonite è bilaterale interessa entrambi i polmoni. È una forma polimicrobica dovuta a più germi su una situazione di patologia polmonare cronica, la bronchite asmatica. Certamente è un quadro complesso, come d’altra parte spiega il bollettino».
La polmonite bilaterale per un paziente di 88 anni cosa comporta?
«Teniamo conto che è un paziente che è stato curato con cortisone per affrontare la bronchite asmatica. Il cortisone è un farmaco che porta anche un certo grado di immunodepressione, riduce la ripresa del nostro organismo. Per questo è necessario trovare un punto di equilibrio. Inoltre, all’età del Santo Padre le reazioni dell’organismo sono sempre ridotte, a prescindere dal cortisone».
Cosa significa “trovare un equilibrio”?
«Bisogna individuare un equilibrio tra una dose di cortisone che permetta una migliore ossigenazione dei polmoni senza che però vada a compromettere le capacità di risposta dell’organismo. Ci sono però degli elementi favorevoli: il Santo Padre sta mantenendo una buona lucidità e una buona attività. E nel bollettino non si fa cenno a eventuali problemi cardiocircolatori: la parte cardiovascolare sembrerebbe essere ancora molto efficiente. L’assenza di febbre, infine, è un dato positivo».
Perché professore ora sono in campo sia pneumologi sia virologi.
«Lo pneumologo s’interessa più di quelle patologie non infettive che, però, danno problemi a livello polmonare come la broncopneumopatia cronica ostruttiva. Quando si parla di infezioni, subentra la competenza dell’infettivologo che sa meglio gestire i farmaci anti infezioni, gli antibiotici sostanzialmente»
Che terapia è prevista?
«È appunto necessario ricorrere agli antibiotici. Visto che parliamo di una forma batterica e che è polimicrobica servono più antibiotici contemporaneamente. Le analisi microbiologiche hanno isolato i germi responsabili della infezione respiratoria e questo rende più efficace una terapia farmacologica endovenosa. Questo, però, è un elemento che appesantisce ulteriormente la condizione del paziente, soprattutto anziano, che ha una funzione metabolica ridotta. Probabilmente nelle prossime ore si comprenderà meglio l’evoluzione: se la terapia antibiotica funziona, se questa polmonite viene controllata. E capiremo la capacità di reazione dell’organismo. Non è la gravità del problema respiratorio a preoccupare, ma sono i possibili scompensi che porta agli altri organi».