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 2025  febbraio 19 Mercoledì calendario

"Mi ha deluso". "Vive di disinformazione russa". Lo scontro tra Trump e Zelensky.

Di Francesca Salvatore
19 Febbraio 2025
Zelensky ha anche ribadito che l’Ucraina è pronta a discutere l’accordo sulle risorse naturali proposto dagli Stati Uniti
“Se qualcuno volesse sostituirmi adesso, non ci riuscirà”. Con queste parole in conferenza stampa a Kiev il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha commentato le dichiarazioni di Donald Trump sul calo della sua popolarità. Secondo il presidente Usa, l’indice di approvazione del leader di Kiev sarebbe al 4%. “Sappiamo che questa disinformazione proviene dalla Russia. Lo capiamo e abbiamo le prove”, ha spiegato Zelensky, citato da Ukrinform. “Purtroppo, il presidente Trump, per il quale ho grande rispetto come leader di una nazione che rispettiamo molto, per il popolo americano che ci ha sempre sostenuto, vive in una bolla di disinformazione”.
I costi militari sostenuti dall’Ucraina in tempo di guerra ammontano a 320 miliardi di dollari, di cui 200 miliardi di dollari sono stati forniti da Stati Uniti e Unione Europea per sostenere la difesa, ha affermato Zelensky. “Noi, il popolo ucraino, (abbiamo coperto) 120 miliardi di dollari, gli Stati Uniti e l’Unione Europea – 200 miliardi di dollari. Stiamo parlando di armi, questo è un pacchetto di armi del valore di 320 miliardi di dollari”, ha detto il leader di Kiev. Commenti che seguono l’affermazione del presidente degli Stati Uniti secondo cui Kiev avrebbe “sostanzialmente” accettato un accordo per 500 miliardi di dollari in risorse naturali dell’Ucraina in cambio del sostegno di Washington.
“In totale, gli Stati Uniti ci hanno dato separatamente circa 67 miliardi di dollari in armi e noi abbiamo ricevuto 31,5 miliardi di dollari in sostegno al bilancio”, ha affermato Zelensky, aggiungendo che l’Ucraina è grata per il sostegno fornito. “Ma non si può contare fino a 500 miliardi di dollari e dire ’restituiteci 500 miliardi di dollari in minerali’, questa non è una discussione seria”. Zelensky ha ribadito che l’Ucraina è pronta a discutere l’accordo sulle risorse naturali proposto dagli Stati Uniti, a condizione che Kiev fornisca garanzie di sicurezza.
Zelensky ha, inoltre, dichiarato di voler ottenere solide garanzie di sicurezza dai partner occidentali di Kiev che consentirebbero la fine della guerra con la Russia nel 2025. “Vogliamo garanzie di sicurezza quest’anno, perché vogliamo porre fine alla guerra quest’anno”. Ha però puntato il ito contro Washington, rea di appeasement con Vladimir Putin: gli Stati Uniti starebbero aiutando il presidente russo a porre fine a tre anni di “isolamento” in Occidente. “Credo che gli Stati Uniti abbiano aiutato Putin a uscire da anni di isolamento”, ha detto il leader ucraino ai giornalisti il giorno dopo i colloqui Usa-Russia in Arabia Saudita. “Tutto ciò non ha un impatto positivo sull’Ucraina”, ha aggiunto.
L’amministrazione Trump ora spinge sull’acceleratore per trovare una soluzione al conflitto in Ucraina, avviando il primo colloquio diretto con Mosca dall’inizio dell’invasione nel febbraio 2022. Un passaggio cruciale che rischia di lasciare Volodymyr Zelensky in una posizione sempre più precaria: il presidente ucraino, ormai stretto in un angolo, può contare solo sul supporto europeo, mentre l’UE resta esclusa dai negoziati di Riad. Ad aggravare la sua situazione sono le recenti dichiarazioni del presidente americano, che segnano una rottura rispetto alla linea seguita dalla precedente amministrazione Biden, con cui Zelensky aveva costruito un rapporto privilegiato. Trump non ha risparmiato critiche durissime al leader ucraino, definendolo un pessimo negoziatore e “grossolanamente incompetente” durante un incontro con i giornalisti a Mar-a-Lago. Parole che pesano come un macigno, confermando un cambio di strategia da parte di Washington, sempre più orientata al dialogo con il Cremlino, anche a costo di sacrificare il sostegno a Kiev.
Il primo round di colloqui con la delegazione russa a Riad si sarebbe concluso con esito “molto positivo”, secondo Trump, che non ha nascosto fastidio per le reazioni di Zelensky. L’irritazione del leader ucraino per essere stato escluso dalle trattative lo ha portato persino ad annullare la sua visita in Arabia Saudita, ma il presidente statunitense ha liquidato la questione senza mezzi termini: “Sei lì da tre anni. Dovevi risolverla. Tre anni… Non sarebbe mai dovuta iniziare.
Dovevi trovare un accordo”, ha dichiarato, rispondendo indirettamente alle critiche provenienti da Kiev. Mai prima d’ora Washington aveva usato toni così duri nei confronti della leadership ucraina. Un segnale chiaro che gli equilibri geopolitici stanno cambiando.