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 2025  febbraio 19 Mercoledì calendario

F1 75 Live, un carrozzone pacchiano: il racconto della presentazione unificata della Formula 1 2025.

di Alec Cordolcini
19 Febbraio 2025
Lo show alla O2 Arena di Londra è stato il festival della pomposità, tra dj, giochi di luce e poco spazio alle vetture ai piloti
Il commento più bello è arrivato dalla rete: “La sola vera novità della presentazione unificata F1 è la presentazione unificata”. Il F1 75 Live andato in scena martedì sera alla O2 Arena di Londra è stato il festival della pomposità e dell’autoreferenzialità, un minestrone fracassone e ipertecnologico dove il contorno è stato preponderante rispetto alla polpa, ossia la presentazione delle nuove livree dei dieci team partecipanti alla stagione 2025. Peccato che a quelli che avrebbero dovuto essere i veri protagonisti, i piloti e i team principal, sia stato riservato un tempo esiguo rispetto a cantanti, showman, spettacoli laser e videoclip vari. Due domandine di rito, banalità sconcertanti, nessuno minimo accenno tecnico alle monoposto. Anzi, sembrava si volesse tagliar corto per non sottrarre troppo tempo allo show, o forse per non aumentare l’imbarazzo di molti piloti, le cui espressioni colte nel corso della serata rimandavano al “mi sono sentito un pagliaccio” pronunciato da Max Verstappen nel 2023 dopo lo show di premiazione del GP di Las Vegas.
Non bisogna essere necessariamente dei nostalgici e rimpiangere gli anni in cui le presentazioni avvenivano su qualche circuito, tra piloti infreddoliti, qualche fotografo e pochi addetti ai lavori che curiosavano sotto le carrozzerie, per criticare uno show a metà tra il wrestling e una serata di gala hollywoodiana. Oltretutto allungata a dismisura per arrivare alle due ore, con momenti di pura autopromozione come la clip sull’imminente film F1 con Brad Pitt prodotto da Liberty Media, e un piccolo spazio anche alla F1 Academy, la categoria femminile che, pur essendo di fatto una Formula 4, ha avuto più visibilità di F2 e F3. Niente di male, essendo un progetto nel quale Liberty Media crede molto, a patto però che poi da questa accademia si passi ai fatti e non si abbandonino le pilote al loro destino una volta uscite.
Tornando al brodo allungato della durata, un minutaggio così ampio è stato pensato per giustificare l’elevato costo del biglietto pagato da tifosi e appassionati nella speranza di vedere un po’ più da vicino i propri beniamini. Molti si saranno anche divertiti, ma se si vuole ascoltare finta country music mainstream o assistere a pirotecnici DJ set all’ultimo grido, si compra un biglietto per un concerto, non per la presentazione delle livree di F1. Molte delle quali oltretutto parecchio simili alle precedenti, ma del resto non si può pretendere che Ferrari o Red Bull abbandonino i loro stili e colori correndo il rischio di spersonalizzare la monoposto. Quello può permetterselo ad esempio la VCARB, la più rinnovata grazie a una livrea bianca che ricorda quella speciale sfoggiata da Red Bull in Turchia nel 2021 per omaggiare la Honda.
Più che le livree, il focus sembrava essere sulle presentazioni pensate per esse, all’insegna del “potevamo sorprendervi con effetti speciali e lo abbiamo fatto”. Almeno alcuni, come l’Aston Martin introdotta dalle note della colonna sonora di James Bond. Il meglio lo hanno regalato Ferrari e McLaren. I primi con un pregevole video che partiva dal Cavallino disegnato a matita su foglio bianco e si sviluppava con l’evoluzione delle varie monoposto fino ad arrivare alla SF-25. I secondi invece, unici del gruppo, a presentare sul palco le monoposto storiche e vincenti della loro storia, dall’orange iniziale alla MP4/4 bianco-rossa, dalle due frecce d’argento (periodo Hakkinen e Hamilton) fino alla recente papaya. Il peggio invece è arrivato da Alpine, segmento pochissimo elaborato ma senza nemmeno l’effetto cool derivante da una presentazione minimal; VCARB, con un noioso e per nulla divertente video in cui uno showman girava per Londra chiedendo ai passanti di pronunciare correttamente il lungo nome della scuderia; e Red Bull, testosteronico e pacchiano. Oltretutto nel team di Milton Keynes si è preso la scena Chris Horner, lasciando ancora più sullo sfondo i piloti. Mossa ovviamente concordata, visto che Max Verstappen in tempi non sospetti si era augurato di essere malato nella settimana del F1 75 Live, e la sua espressione non lasciava dubbi sulla natura “contrattuale” della sua partecipazione. All’indirizzo del pilota olandese è volato anche qualche fischio, piccola stonatura in una serata da sorrisi forzati a 32 denti.
Un altro tipo di fischi, in questo caso nettamente svincolati dal tifo (Verstappen in Inghilterra non è amatissimo, vista la sua rivalità con Hamilton, Norris e Russell), si è udito quando è stato pronunciato il nome della FIA, l’altra padrona di casa assieme a Liberty Media. Un malcontento con tutta probabilità dovuto al nuovo codice di condotta riguardante la correttezza dei comportamenti, linguaggio incluso, dei concorrenti ai suoi campionati, e le relative sanzioni. Un approccio puritano e moralistico da parte del presidente Mohammed Ben Sulayem che sta suscitando critiche un po’ ovunque. Perché, in fin dei conti, il carrozzone visto ieri sera a Londra può essere discutibile (è questo ciò che davvero i fan vogliono?), ma rimane sostanzialmente innocuo rispetto ai diktat e alla voglia di bavaglio che piacciono tanto agli attuali vertici della FIA.