Libero, 19 febbraio 2025
I medici si dimettono in massa, ospedale nel caos
Un “nosocomio fantasma”: coi medici (rimasti) costretti a fare i salti mortali per coprire i turni e i pazienti che rischiano di pagarne lo scotto. Castellaneta, provincia di Taranto, ospedale San Pio: è iniziato tutto con una sequenza di dimissioni da parte dei camici bianchi della struttura (ed è finito col centro, praticamente, in tilt). Della serie: dottori e dipendenti che si licenziano, circa una decina. Alcuni perché hanno vinto un concorso altrove, altri perché alla fine son fatti loro: il problema è che quell’esodo di massa (e pure concentrato in un lasso di tempo ravvicinato, le ultime settimane) ha dato il via a disservizi a cascata anche perché la disponibilità delle risorse umane, già prima del patatrac, non versava in acque tranquillissime (era dimezzata rispetto al fabbisogno reale).
Adesso la situazione è pure peggiorata: chi lavora al San Pio lo fa con orari massacranti, senza un attimo di respiro. Chi al San Pio ci va per farsi curare, invece, corre il pericolo di vedersi rimandare una visita a data di destinarsi, di rimanere impigliato in liste d’attesa lunghe quanto l’elenco telefonico di una volta e ha paura di non poter portare a termine le terapie di cui ha bisogno.
Due fronti, quindi. Il primo, quello del personale, con medici che stanno facendo «turni di dieci o di dodici ore al giorno», come racconta uno di loro sulle pagine locali del quotidiano Repubblica, o che «per coprire i turni notturni una parte del personale, che dovrebbe lavorare di mattina, viene integrata nell’organico predisposto per la notte, così che la mattina tanti servizi vengono sospesi» o con gli infermieri che «ultimamente sto facendo di tutto, dalla somministrazione dei farmaci al monitoraggio dei parametri vitali, alla gestione delle emergenze e all’assistenza diagnostica». «È una situazione non eccezionale, di più», si sfogano, «ma se sbagliassimo qualcosa di chi sarebbe la responsabilità?».
Il secondo piano è quello dell’utenza: «Ho il diabete», dice un paziente, «e devo fare dei controlli periodici in ospedale. Solo che una volta vai al San Pio e non trovi nessuno, la volta successiva ci riprovi e ti fanno aspettare sette ore con la visita programmata. Quando ci dovrò tornare non saprò cosa aspettarmi. Conosco gente che ha dovuto temporaneamente interrompere le cure perché non c’era nessuno che potesse visitare». Il San Pio è il centro di riferimento non solo di Castellaneta, manche di alcuni Comuni vicini come Mottola, Laterza e Ginosa.