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 2025  febbraio 19 Mercoledì calendario

La startup che vende i pacchi non ritirati

Qual è la cosa bella delle feste a sorpresa? Niente, lo stesso vale per i regali. I migliori di noi fanno delle liste su Amazon, o mandano dei link, dei riferimenti, delle fotografie, insomma uno cerca sempre di evitare l’inevitabile, dove l’inevitabile è la delusione. Questo meccanismo viene turbato da una start up francese, King Colis, che si è messa a vendere un tanto al chilo – in maniera letterale – i pacchi non ritirati o perduti o non lo so, ad esempio quelli di Amazon. Sul loro sito scrivono che recuperano i pacchi smarriti dell’e-commerce e li offrono a prezzi vantaggiosi: «Acquistando pacchi smarriti, non saprete mai cosa riceverete: tecnologia? Gioielli? Abiti? Scarpe? Borse? Gadget? Videogiochi? Oggetti da collezione? Ogni apertura è una nuova avventura! Volete vivere una vera caccia al tesoro? Ordinare subito i nostri pacchi smarriti online o venite alle nostre vendite temporanee». Leggendo le recensioni su Trustpilot possiamo apprezzare l’esito della “caccia al tesoro” del signore che ha trovato una cintura riscaldante per i dolori mestruali, un altro signore un pacco di siringhe aperte, e poi moltissime cianfrusaglie da pochi euro, tazze rotte, dissuasori per gatti, una signora ha speso 100 euro per dei contenitori di plastica. King Colis in genere risponde così: «Ogni pacco riserva delle sorprese e, se alcuni clienti sono più fortunati di altri, è proprio questo che rende questa esperienza di shopping unica ed emozionante».Io non ho idea di cosa sia «l’esperienza di shopping unica e emozionante», ma dubito stia in un pacco di siringhe, perdipiù vuote, pagato 50 euro. Deve essere come il brivido del gratta e vinci, o come giocare ad Affari tuoi, o lasciare che qualcuno vada in giro a comprarti regali senza una guida mineralogica. Il concetto di “unboxing”, concetto che ha spazzato via tutta la filosofia morale del Novecento, è ciò per cui abbiamo deciso di rovinarci. È il secolo del contagio sociale, vogliamo far finta che guardare estranei che aprono scatole di cartone non lo sia? Ho visto, con sorpresa, che ai bambini piace guardare su YouTube quelli che giocano alla playstation: io il concetto di divertimento conto terzi non l’avevo mai considerato. Perché guardare gli altri giocare quando puoi giocare tu? Perché spendere soldi per una cosa che non conosci e non per qualcosa che conosci e che ti serve?Il problema di questi anni è che è pieno di influencer e pochi filosofi. L’altro giorno ho visto un ragazzo che faceva l’unboxing delle pillole che gli aveva prescritto lo psichiatra, e subito dopo c’era il video di una psicologa che faceva l’unboxing del Dsm, e non credo sia un caso che tutti e due usino la stessa piattaforma per parlare. Sul comprare pacchi misteriosi magari c’è chi è spinto dall’idea di fare un buon affare, chi dall’idea di fare video su TikTok, non lo so, bisognerebbe chiederlo alla psicologa che su TikTok ha scartato con stupore il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Rendere attraente un pacco è quello che fanno gli influencer quando fanno le loro televendite, che siano oggetti o esperienze. Quando inizieremo a trovare solo irritante e non coinvolgente il ticchettio delle unghie sulle scatole, l’umanità migliorerà del cento per cento.Per Natale a mio figlio è arrivata una maglietta da calcio misteriosa. C’è questo sito che vende magliette da calcio che non puoi scegliere, non sai quale ti arriva, che è forse il più alto rischio d’impresa che io abbia mai visto in Italia. L’unica cosa che puoi scegliere è quali squadre o campionati evitare. Mio figlio era felicissimo per questa maglia della terza categoria tedesca, peccato non aver fatto il video.