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 2025  febbraio 19 Mercoledì calendario

Il medico di Pio XI era il padre di Claretta Petacci

Oggi con Francesco come nel corso dei secoli, «quando un papa affronta una malattia, la sua testimonianza diventa un richiamo alla forza della fede di fronte alle difficoltà della vita, un esempio di resilienza spirituale». Parola dello storico Franco Cardini.Nella storia della Chiesa l’infermità di un papa ha sollevato interrogativi teologici?«La patologia viene interpretata dalla teologia cattolica come un’esperienza che può rafforzare il legame con Dio. Questo vale anche per i pontefici: le loro sofferenze fisiche possono essere viste come un modo per condividere le sofferenze di Cristo».Diversi papi sono stati segnati da problemi di salute. Oltre a san Giovanni Paolo II, qual è il primo a cui pensa?«Pio II, Enea Silvio Piccolomini, papa dal 1458 al 1464. Soffriva di podagra, un’infiammazione dolorosa agli arti inferiori, probabilmente legata a una forma grave di diabete. Nonostante la malattia, continuò a governare la Chiesa e a scrivere, lasciando un’importante testimonianza nei suoi “Commentarii"».Com’è cambiata nei secoli la medicina a disposizione dei papi?«A partire dal Medioevo, il papato si è circondato di archiatri pontifici esperti. E la corte papale si è dotata anche di una vasta farmacia».Ci cita un archiatra?«Uno dei più noti è stato Francesco Petacci, medico personale di Pio XI. Era il padre di Claretta Petacci, l’amante di Mussolini. Petacci era un medico di grande esperienza. C’è un episodio curioso su di lui: circolò la voce – mai dimostrata – che fosse coinvolto nella morte di Papa Ratti. Il medico avrebbe somministrato al Pontefice una dose letale di farmaci per impedirgli di pronunciare un discorso critico nei confronti del regime fascista. Ma non esistono prove concrete a sostegno di questa tesi».I papi e la paura della malattia: com’è la relazione?«I dottori erano incaricati non solo di curare il pontefice, ma anche di proteggerlo da possibili avvelenamenti, l’altro grande timore diffuso tra i papi del passato. Il rapporto tra i pontefici e la malattia si è evoluto nel tempo, ma l’idea di fondo rimane: la sofferenza è una prova che può essere vissuta nella luce della fede».Ratzinger ha aperto la strada alla possibilità di rinunciare al pontificato in caso di fragilità. Quali sensazioni ha su Francesco?«Benedetto XVI prese la storica decisione a causa dell’età avanzata e del calo delle forze fisiche e mentali. Francesco ha più volte detto che le dimissioni di un pontefice sono una possibilità, tuttavia, ha sempre chiarito che non ha intenzione di dimettersi».