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 2025  febbraio 19 Mercoledì calendario

Quanto rende un cinema

Battaglia persa? Può darsi, se contano solo «li sordi», per dirla alla romana. E la Regione Lazio sta ormai per chiudere i giochi intorno all’eliminazione definitiva di decine di sale capitoline che fecero la storia del cinema. Ma c’è qualcosa di culturalmente indecoroso nella scelta di Francesco Rocca di andare fino in fondo con la legge regionale 171 che consentirà lo stravolgimento di altri 44 cinema (55 via via han già fatto quella fine) da riconvertire in supermarket, sale scommesse, spazi commerciali di ogni tipo a dispetto della vocazione dei rispettivi quartieri. Dicono tutto poche righe della nuova normativa già passata in commissione: «Per le sale cinematografiche e i centri culturali polifunzionali chiusi o dismessi alla data del 31 dicembre 2023 sono consentiti, in modalità diretta e dopo il decimo anno dalla data di chiusura o dismissione interventi di ristrutturazione edilizia o di demolizione e ricostruzione, senza incremento della superficie lorda esistente, per l’introduzione di cambi di destinazione d’uso finalizzati alla completa riconversione funzionale, verso le destinazioni consentite dalle norme dello strumento urbanistico». «È un attentato alla cultura», si è sfogato Carlo Verdone con Vania Colasanti, «Di questo passo, nel 2040 non ci saranno più sale aperte. Ci sono film che hanno raccontato la storia del nostro Paese meglio di tanti libri. E penso a registi come Roberto Rossellini, Alessandro Blasetti, quando a Roma le sale erano 250, sempre affollate, sempre tutte esaurite, con la gente che vedeva i film persino in piedi. Oggi è uno scatafascio». Un esempio per tutti? L’ex cinema Maestoso: «È talmente distrutto che sembra un palazzo di Gaza». Ed è questo il timore: che con la nuova legge i proprietari non ci pensino neppure a una ipotesi di rilancio. Meglio che vada tutto in malora. E il massimo degrado magari accelererà perfino i tempi. Per capirci, accusa Valerio Carocci della fondazione Piccolo America, «un canone d’affitto medio per una sala cinematografica di 5.000 euro al mese per 15 anni rende circa 900.000 euro, lo stesso locale riconvertito può valere fino a 10 milioni». Quanto basta per far venire l’acquolina in bocca a chi, della cultura, se ne infischia. E l’idea di battere strade nuove come quella dei «Terzi Luoghi» con grande successo sperimentata a Parigi e suggerita a Roma da Alba Rohrwacher e Saverio Costanzo? Uffa, Parigi…