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 2025  febbraio 19 Mercoledì calendario

Fuori dall’ospedale dove è ricoverato il Papa

Sono appena passate le cinque del pomeriggio quando sul Gemelli compare un magnifico arcobaleno. Una delle estremità sembra proprio nascere dal reparto al decimo piano in cui è ricoverato papa Francesco, così quasi tutti i fedeli giunti all’ospedale romano alzano il naso per contemplare la meraviglia.
Poi però lo stupore muto si trasforma in brusìo, ci si chiede se sia un buon presagio o meno, la paura comincia a girare tra le persone. Qualcuno non ce la fa a trattenere le lacrime. Poco più tardi arriva il bollettino medico a raccontare che le condizioni del Papa peggiorano. E le preghiere partono all’istante, con crocchi di fedeli che si sono radunati in diversi punti del piazzale all’ingresso dell’ospedale. Un gruppo di boliviani accende candele a ripetizione: dieci donne cantano, altre pregano sotto la statua di papa Wojtyla che domina l’entrata del Gemelli, tutte chiedono in spagnolo di «salvare Francesco» dalla polmonite che lo ha portato al ricovero.
Per tutta la sera i fedeli si danno il cambio, c’è chi si raccoglie in preghiera e chi organizza una veglia notturna per restare vicino al Santo Padre. Ma l’ansia sale comunque e l’atmosfera si fa sempre più pesante. Molto più rispetto a domenica scorsa, quando il viavai di fedeli al Gemelli era iniziato insieme alla notizia del ricovero. Anche ieri il piazzale dell’ospedale era pieno di umanità, tra chi voleva stare accanto al Papa e chi si trovava lì per fare esami o magari assistere un familiare. Nessuno poteva fare a meno di dare un’occhiata al decimo piano, dove sono puntati anche gli occhi digitali delle telecamere di mezzo mondo. Mentre sulla base della statua di Giovanni Paolo II aumentano a vista d’occhio fiori e candele, tracce di presenza e di sostegno. «Riprenditi», è scritto su un cartoncino proveniente dagli Usa e firmato «Missionarymercy», appoggiato su un mazzo di garofani. E anche all’interno dell’ospedale, nei reparti, nelle corsie e nella cappella, si prega per il Papa, in maniera più intensa all’uscita di ogni bollettino medico.
«Sono qui per mio marito, ma ho detto un’Ave Maria anche per Francesco: speriamo vada tutto bene», racconta Rosaria. «Ci dicono che il Papa non se la passa bene, ma di certo ne verrà fuori: lo aspettiamo», commentano due preti, collarino e sorriso tirato, mentre cercano di orientarsi nei corridoi che fanno del Gemelli un dedalo, blindatissimo. Vigilanza ovunque «fino a cessata esigenza», dice un poliziotto. Per i fedeli è un altro brivido.