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 2025  febbraio 18 Martedì calendario

La Cina frena sulle Tesla a guida autonoma. Un’arma per trattare con Trump.

PECHINO – E pensare che lo scorso aprile aveva ottenuto delle rassicurazioni in merito. Nonostante il buon rapporto tra Elon Musk e la Cina – Tesla ha appena raddoppiato la sua presenza nel Paese con una nuova Megafactory a Shanghai inaugurata una settimana fa – le autorità mandarine potrebbero ritardare l’autorizzazione alla tecnologia di Tesla “Full Self-Driving”, la guida assistita per le macchine elettriche della casa automobilistica americana.
“Tesla si sta preparando a un potenziale ritardo nell’ottenimento dell’approvazione cinese per la sua tecnologia di guida autonoma, poiché l’azienda di veicoli elettrici di Elon Musk rischia di essere trascinata nella crescente guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina. All’azienda è stato detto che non esiste un calendario definitivo per l’approvazione da parte delle autorità di una licenza per iniziare la sperimentazione su larga scala della sua tecnologia”, hanno raccontato al Financial Times fonti a conoscenza della questione.
Tesla aveva annunciato a settembre che prevedeva di introdurre la tecnologia Fsd in Cina nel primo trimestre del 2025.Considerato il rapporto tra Elon Musk e il presidente statunitense, quello di Pechino “è un modo intelligente per fare pressione su Musk affinché faccia pressioni a sua volta su Trump per essere più clemente con la Cina”, commenta Bill Bishop, esperto di Cina e autore della newsletter Sinocism. In tempi di dazi, contro-dazi e restrizioni tra Pechino e Washington, “le autorità cinesi stanno valutando la possibilità di utilizzare l’approvazione della guida autonoma di Tesla come merce di scambio nei negoziati commerciali con Trump: questo è il motivo principale del ritardo nella concessione del permesso”, continuano ancora le fonti del Financial Times.
Ad aprile dello scorso anno Musk ottenne discrete aperture in merito, con un’approvazione iniziale per il lancio della sua funzione di guida assistita avanzata, dopo aver incontrato vari alti funzionari cinesi tra cui il premier Li Qiang. Fu l’allora capo del Partito di Shanghai – e oggi premier – che si spese nel 2018 per far aprire alla società di Musk il suo più grande stabilimento all’estero, la Gigafactory di Shanghai. A giugno proprio la città di Shanghai aveva autorizzato i test Fsd su 10 veicoli Tesla come primo passo verso un’introduzione più ampia in Cina. Lo stesso Musk dichiarò il mese scorso, però, che Tesla era “un po’ in difficoltà” nel tentativo di introdurre l’Fsd in Cina, “bloccata tra le rigide norme sulla sicurezza dei dati di Pechino e Washington.
L’Fsd si basa su un sistema di apprendimento automatico che viene alimentato con miliardi di ore di video per addestrare un algoritmo a prendere decisioni di guida in tempo reale”, continua il Ft. “Al momento non ci permettono di trasferire i video di addestramento al di fuori della Cina. E poi il governo degli Stati Uniti non ci permette di fare addestramento in Cina”, disse Musk durante l’ultima conference call sugli utili di Tesla. “È un po’ un dilemma”.
Sul fronte veicoli elettrici Tesla arranca un po’ in Cina ultimamente. La concorrenza dei produttori locali si sta intensificando. A gennaio Tesla ha venduto in Cina 63.238 auto elettriche, un calo dell’11,5% rispetto alle 71.447 auto vendute nello stesso mese dello scorso anno. La rivale cinese Byd ha invece venduto 296.446 veicoli elettrici puri e ibridi plug-in il mese scorso, con un aumento del 47% rispetto all’anno precedente. Proprio Byd sta aumentando il suo vantaggio su Tesla per quanto riguarda la tecnologia di guida con intelligenza artificiale. Lunedì scorso Byd ha dichiarato che renderà disponibile il suo sistema di tecnologia di assistenza alla guida, chiamato “Occhi di Dio”, in tutti i suoi modelli. “Considerato che Byd sta attualmente offrendo gratuitamente la sua tecnologia di guida autonoma, non è chiaro quanto Fsd possa dare una spinta a Tesla”, conclude Bishop.