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 2025  febbraio 18 Martedì calendario

Le donne parlano davvero tanto? Sì, ma solo tra i 25 e i 64 anni, ma c’è un motivo.

di Anna Fregonara
18 febbraio 2025
Il ruolo sociale della donna le porta ad essere più chiacchierone. A causa delle nuove tecnologie tutti stiamo diventando meno loquaci
L’idea che le donne parlino più degli uomini è diffusa, ma la realtà potrebbe essere più sfumata (con forse grande sorpresa dei partner). Nel 2007, Matthias Mehl, professore di Psicologia all’Università dell’Arizona e coautore di uno studio, aveva dimostrato che uomini e donne pronunciano in media circa 16.000 parole al giorno, senza differenze significative di genere. Tuttavia, era stata sollevata la preoccupazione che il campione fosse troppo piccolo per ottenere stime valide su larga scala e troppo omogeneo per età e contesto, rendendo difficile estendere i risultati oltre la popolazione degli studenti universitari.
Più chiacchierone solo tra i 25 e i 64 anni
Diciotto anni dopo, Mehl e i suoi collaboratori hanno ampliato la ricerca, analizzando 630.000 registrazioni audio di 2.197 partecipanti (più di quattro volte il campione dello studio originale) tra i 10 e i 94 anni, raccolte in 22 studi condotti in quattro Paesi. Lo studio, appena pubblicato sul Journal of Personality and Social Psychology, ha rivelato che le differenze di genere nell’uso quotidiano delle parole emergono solo tra i 25 e i 64 anni. In questo periodo della vita, le donne parlano in media circa 3.000 parole in più al giorno rispetto agli uomini. Più precisamente, pronunciano in media 21.845 parole al giorno contro circa 18.570.
Il ruolo sociale della donna
Secondo Mehl, autore senior dello studio, una possibile spiegazione potrebbe risiedere nel ruolo della donna nella gestione familiare e nella cura dei figli: assumendo più spesso il ruolo di caregiver, potrebbero avere più occasioni di parlare. Se la differenza fosse dovuta a fattori biologici, come gli ormoni, si sarebbe dovuta osservare anche tra i giovani adulti, ma non è stato il caso. Né si è rilevato un aumento progressivo con l’età, come ci si aspetterebbe se il fenomeno fosse legato a un cambiamento generazionale. Nei gruppi più giovani (10-24 anni) e in quelli più anziani (over 65), infatti, le differenze tra uomini e donne erano trascurabili.
Il meno loquace: 100 parole
Un dato curioso riguarda la variabilità individuale. La persona meno loquace dello studio – un uomo – ha pronunciato circa 100 parole al giorno, mentre il partecipante più prolisso – ancora una volta un uomo – ne ha pronunciate più di 120.000. In generale, però, si sta diventando meno loquaci. Analizzando i dati raccolti tra il 2005 e il 2018, i ricercatori hanno osservato che il numero medio di parole pronunciate al giorno è sceso da circa 16.000 a 13.000, probabilmente a causa della crescente diffusione di tecnologie digitali come la messaggistica istantanea e i social media che sostituiscono le interazioni verbali dirette.
Un parametro del benessere
Infine, è noto in letteratura scientifica come la socializzazione sia un antidoto anti solitudine e come abbia un impatto sulla salute almeno tanto quanto il sonno e l’attività fisica. Per questo Mehl sta sviluppando un nuovo dispositivo chiamato SocialBit, una sorta di «misuratore» della conversazione, in grado di misurare, appunto, il tempo trascorso in conversazioni, senza registrarne il contenuto, per comprendere meglio il legame tra interazione sociale e benessere.