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 2025  febbraio 18 Martedì calendario

La Sede non è vacante: Francesco deve guidare la Chiesa dall’ospedale.

In questa fase nonostante il ricovero non è previsto alcun passaggio di poteri
Di Francesco Antonio Grana
18 Febbraio 2025
“Tutti gli accertamenti effettuati sono indicativi di un quadro clinico complesso che richiederà una degenza ospedaliera adeguata”. È questa frase del bollettino quotidiano della Sala Stampa della Santa Sede sulla salute di Papa Francesco, da venerdì ricoverato al Policlinico Agostino Gemelli di Roma, ad aver creato, nella giornata di ieri, notevole preoccupazione sulle sue condizioni.
 
Il Vaticano ha precisato che i risultati degli accertamenti effettuati hanno dimostrato “una infezione polimicrobica delle vie respiratorie che ha determinato una ulteriore modifica della terapia”. In serata, la rassicurazione della Sala Stampa vaticana: “Il Santo Padre continua ad essere apiretico e sta proseguendo la terapia prescritta. Le condizioni cliniche sono stazionarie”. Francesco “ha ricevuto l’Eucaristia e successivamente si è dedicato ad alcune attività lavorative e alla lettura di testi”.
 
Il ricovero in quello che san Giovanni Paolo II definì “Vaticano 3” sarà piuttosto lungo, almeno tre settimane secondo quanto trapela dal Gemelli. Il Pontefice, riferiscono fonti vaticane, avrebbe accettato questa prescrizione medica con grande serenità, ben consapevole dei seri rischi di salute a cui andrebbe inevitabilmente incontro con una decisione diversa.
 
Bergoglio, che ha compiuto 88 anni il 17 dicembre, viene descritto sereno e cosciente di essere arrivato al Gemelli troppo tardi, con un fisico già abbastanza provato dalle frequenti quanto inutili flebo di cortisone che ne hanno seriamente minato lo stato generale, lasciando proliferare l’infezione delle vie respiratorie.
 
L’imperativo categorico, adesso, è obbedire fedelmente alle prescrizioni mediche. C’è, però, una domanda che alimenta il dibattito in questi giorni. Cosa succede in questa fase nel governo della Chiesa cattolica? C’è un passaggio di poteri mentre il Papa è ricoverato? No, Francesco anche dal Gemelli continua a governare la Chiesa.
 
Durante la sua degenza, ogni giorno la Sala Stampa della Santa Sede sta regolarmente pubblicando le nomine già decise da Bergoglio. Il cardinale decano Giovanni Battista Re, a cui in caso di Sede Vacante spetterebbe il compito di presiedere le riunioni del Collegio cardinalizio, segue con attenzione e fiducia, dalla sua abitazione in Vaticano, il ricovero del Pontefice. “La situazione di Papa Francesco è positiva”, è il commento del porporato a Il Fatto Quotidiano. Mentre il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, si trova in Burkina Faso per le celebrazioni del 125esimo anniversario dell’evangelizzazione del Paese africano.
 
Parolin, a cui, al momento, spetterebbe la presidenza del conclave, non ha modificato i suoi programmi, anticipando il suo rientro a Roma. Oltre al tema del pre conclave, che inevitabilmente è riemerso con forza in questi giorni, si torna anche a parlare delle dimissioni di un Pontefice anziano e malato. Un tabù che Francesco ha rotto già da tempo, rivelando, nel dicembre 2022, al quotidiano spagnolo Abc: “Io ho già firmato la mia rinuncia. Era quando Tarcisio Bertone era segretario di Stato. Ho firmato la rinuncia e gli ho detto: ‘In caso di impedimento medico o che so io, ecco la mia rinuncia. Ce l’hai’. Non so a chi l’abbia data Bertone, ma io l’ho data a lui quando era segretario di Stato”.
 
Bergoglio ricordò che anche Pio XII e san Paolo VI avevano firmato le proprie dimissioni in caso di impedimento. Dimissioni mai entrate in vigore. Francesco consegnò la sua rinuncia nel 2013, pochi mesi dopo la sua elezione, avvenuta il 13 marzo di quell’anno. “È la prima volta che lo dico”, aggiunse il Papa. “Ora – proseguì Bergoglio scherzando – forse qualcuno andrà a chiedere a Bertone: ‘Dammi quella lettera’. Sicuramente lui l’avrà consegnata al nuovo segretario di Stato (Parolin, ndr). Gliel’ho data in quanto segretario di Stato”. Dimissioni che, come precisò chiaramente il Papa, entrerebbero in vigore soltanto qualora Bergoglio non fosse più capace di intendere e di volere. Al momento solo un caso di scuola.