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 2025  febbraio 18 Martedì calendario

Xi Jinping riabilita Jack Ma

Dopo quattro anni di oscuramento, Jack Ma è tornato in prima fila tra i capitani dell’industria tecnologica privata cinese, convocati ieri da Xi Jinping nella Grande sala del popolo, tempio del potere politico. Un evento così importante per Pechino che il tg della sera gli ha dedicato un lungo servizio di apertura.
Xi ha promesso «sostegno costante e incoraggiamento» per l’economia privata e ha chiesto in cambio agli imprenditori «scelte patriottiche» e «prove di talento». Al termine il presidente ha gratificato il fondatore di Alibaba e i compagni miliardari con una stretta di mano calorosa. Un rito di riconciliazione: Xi nel 2020 aveva fatto uscire di scena il profeta dell’ecommerce e aveva ordinato una «campagna di rettifica» contro la sua azienda. Il ridimensionamento di Alibaba era stato il preludio della stretta nei confronti delle Big Tech che erano diventate così potenti da minacciare il dominio dirigista del Partito-Stato.
Al conclave di ieri sono stati invitati i capi di Tencent, Meituan e altri colossi dei servizi Internet. Si è visto il nuovo astro Liang Wenfeng, il genio di DeepSeek che poche settimane fa ha sconvolto Wall Street presentando un programma di Intelligenza artificiale dai costi sorprendentemente più bassi rispetto ai giganti americani della Silicon Valley.
Ben rappresentato anche il settore dell’auto: la tv ha inquadrato i presidenti di Byd e Catl, che guidano la corsa cinese nel mercato mondiale delle vetture elettriche e delle batterie. Ren Zhengfei, fondatore di Huawei, in prima linea nella battaglia con gli americani per la supremazia nelle telecomunicazioni, ha avuto l’onore di tenere un discorso.
Il ritorno di Jack Ma in un evento di politica economica a Pechino e la riunione dei grandi imprenditori hi-tech segna un cambio di strategia da parte di Xi. Il presidente cinese negli ultimi anni aveva ammonito l’impresa privata con pronunciamenti contro la «crescita disordinata del capitale», le posizioni dominanti; aveva ordinato ai suoi mandarini di normalizzare i gruppi tecnologici con direttive e regolamenti che ne hanno limitato lo sviluppo.
Il colpo più duro lo aveva subito Alibaba, che nel novembre 2020 era stata fermata alla vigilia del lancio di una Ipo da 34 miliardi di dollari per il suo braccio finanziario Ant Group. Poche settimane prima Jack Ma, probabilmente fiutando la stretta in arrivo, aveva accusato pubblicamente il sistema finanziario di Pechino di agire «come un banco dei pegni» che soffocava la creatività e l’innovazione industriale. Da allora il carismatico portabandiera dell’ecommerce globalizzato era finito in un buco nero: gli erano state consentite solo brevi apparizioni mute in eventi marginali, tanto per provare che era a piede libero.
La fine della traversata del deserto per Jack Ma manda un segnale forte: Xi ha deciso di chiedere aiuto ai grandi gruppi privati dell’hi-tech per rilanciare l’economia e combattere la sfida per la supremazia con gli Stati Uniti. E mostrandosi al loro fianco nella Grande sala del popolo, il segretario generale comunista vuole restituire fiducia nei risparmiatori cinesi, invitandoli a investire nell’innovazione industriale della Repubblica popolare.