la Repubblica, 16 febbraio 2025
Il ct della scherma Cerioni sostituito (per lo stipendio?)
Una rivoluzione, come spesso si invoca nello sport italiano. Dirigenti giovani, manager, campioni ancora in pedana o appena scesi, espressi magari dal mondo paralimpico. Quel che sta succedendo nella Federscherma è uno dei capitoli più interessanti per lo sport italiano che si avvia verso le Olimpiadi di Los Angeles 2028. Ma il primo atto operativo della nuova federazione è uno shock: fuori Stefano Cerioni. Una leggenda del fioretto, per semplificare, ed evitare di elencare le medaglie vinte tra Olimpiadi e Mondiali, dalla Russia passando per la Repubblica Ceca fino ad arrivare all’Italia del dopo-Tokyo. Una nazionale travolta da polemiche, risultati deludenti, quindi affidata all’uomo della salvezza. Come si è potuto rovesciare il destino di un ct sinonimo di vittorie?Il consiglio federale del nuovo presidente Luigi Mazzone ha scritto un comunicato che nega “bocciature a gestioni che hanno dato tanto alla scherma italiana”. Questo non ha impedito a Cerioni di prenderla malissimo, e riversare il suo sdegno sui social: “Ingiusta, sbagliata e illogica la decisione della Federazione”. Ma da ambienti nel cuore della scherma si comprende di più di una decisione incomprensibile. Lo stipendio di Cerioni verrebbe considerato troppo alto, al punto che il Coni si è impegnato per pagarne la metà. L’Olimpiade di Parigi non è stata esaltante come ci si aspettava, l’oro tanto atteso non è arrivato, le sconfitte in finale degli uomini col Giappone e delle donne con gli Usa sono state piuttosto nette. A livello di preparazione atletica le azzurre non sarebbero arrivate nelle migliori condizioni, al punto che sul podio sono salite due americane e una canadese con le nostre senza medaglie. Anche i più grandi, che si chiamino Mourinho o Cerioni, col passare degli anni possono diventare meno incisivi in un’attività logorante.
Ma come la prenderanno gli ex allievi di Cerioni? “Lui è l’Ancelotti della scherma” hanno detto a Parigi subito dopo la finale a squadre maschile. Alessio Foconi ha vinto l’oro mondiale 2018 senza Cerioni, e i suoi quasi 40 anni quando ci saranno i prossimi Giochi non ne fanno una certezza per Los Angeles. Tommaso Marini è allievo di Cerioni, e continuerà ad allenarsi col suo maestro nell’accademia di Jesi nuova di zecca, che si propone come centro internazionale. Guillaume Bianchi è legato al maestro Marco Ramacci, che insegna a Pisa ed è sposato con Elisa sorella del neo ct Simone Vanni. Sostituto di Cerioni ed ex guida della nazionale paralimpica di fioretto: la squadra di Bebe Vio. È evidente che l’impegno di un’icona come lei rappresenti un patrimonio nella nuova Federscherma di cui Bebe è consigliera in rappresentanza degli atleti: con Vanni ha affrontato le Paralimpiadi di Rio, Tokyo e Parigi, la fiducia nel neo ct è totale.
Quanto alle azzurre, Alice Volpi è fidanzata da tempo con un altro trionfatore delle elezioni federali: il campione olimpico di fioretto Daniele Garozzo, ora vicepresidente vicario. Laureato in medicina con una tesi in chirurgia vascolare all’Università di Tor Vergata, che ospita la Scuola di specializzazione in Neuropsichiatria infantile diretta dal nuovo presidente della Federscherma Luigi Mazzone. La managerialità è stata uno dei cavalli di battaglia per far vincere la linea del rinnovamento alle elezioni, e Mazzone l’ha incarnata alla perfezione. La svolta si è riflessa inevitabilmente sulle scelte tecniche: “Un rinnovamento che potrà dare ulteriori stimoli e nuove energie” ha scritto il consiglio federale a proposito dell’avvicendamento tra Vanni e Cerioni. Ma sempre più nella scherma si assiste alla nascita di super accademie internazionali, e l’ex ct sarà la star di quella di Jesi. Cresciuta sulle ceneri di quella storica di Trillini, Vezzali e Di Francisca. Il futuro è già qui.
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