Robinson, 16 febbraio 2025
Calvino ammirava Walt Disney
Perfino il Marcovaldo di Italo Calvino (così come la curiosa Alice di Lewis Carroll) nelle sue avventure tra le stagioni in città seguì un gatto: un soriano che a forza di rincorrere lo aveva portato a guardare i posti attraverso i tondi occhi di un micio. Anche se erano gli stessi dintorni di sempre, gli si aprivano dinanzi scenari gatteschi, con collegamenti praticabili solo da zampe feline felpate e leggere.Nota è la curiosità di Calvino per il realismo a carica fiabesca, meno quella dell’autore per i cartoon e il mondo zoomorfo della Disney, che il padre del barone Cosimo di Rondò guardava con estremo interesse per quella capacità magica di deformazione dei personaggi: gli animali, compresi i gatti, sono poco o molto umanizzati, ma non sono mai soggetti a una gerarchia rigida e antropocentrica. Così Calvino su l’Unità nel 1946 arrivò a scrivere: «Il più moderno e grande dei favolisti è senza dubbio Walt Disney, in cui non saprei dire dove finisce lo studio della psicologia animale, e dove comincia quello della psicologia umana». Di certo, è più di un micio che appare e scompare il gatto del Cheshire, ovvero lo Stregatto diAlice nel Paese delle Meraviglie, suggeritore di direzioni e non direzioni, scelte e non scelte. Animale magico ora aiutante, ora insinuatore di dubbi.Ma i gatti Disney sono spesso archetipi. Come la figura di Peg-Leg Pete, Pietro Gambadilegno, l’antagonista di Topolino, creato da Walt Disney e il suo staff molti anni prima di Mickey, per interpretare il ruolo dell’antagonista nelle Alice Comedies e nei corti di Oswald, realizzati durante l’epoca del cinema muto, per poi dare vita a un esercito di suoi cloni e alter ego apparsi sia nei corti che nei fumetti Disney. Insomma, i gatti disneyani sono pezzi da collezione, tanto da meritarsi un festival. Sono loro i protagonisti dell’ottava edizione de “La Città dei Gatti”, kermesse ideata da Excalibur, You Pet e Radio Bau e dedicata alla cultura felina, in programma da domenica 16 febbraio a domenica 23 marzo in tre città, Milano, Roma e Vigevano. Proprio nella Giornata nazionale del gatto, celebrata ogni 17 febbraio, il festival inaugura la mostra a ingresso gratuito “Everydody wants to be a (Disney) cat” allestita a Milano presso Wow Spazio Fumetto (ingresso dalle ore 16).La mostra, a cura di Luca Bertuzzi, propone per la prima volta, attraverso una serie di pannelli, una cronistoria dei gatti Disney: dal corto Steamboat Willie del 1928 dove esordì, appunto, Pietro Gambadilegno si passa al tenero Figaro compagno di Pinocchio (1940); al perfido Lucifero di Cenerentola (1950); agli antipaticissimi Si e Am che in Lilli e il Vagabondo (1955) distruggono casa per poi dare la colpa alla povera cagnetta; fino al piccolo Oliver protagonista di Oliver & Company (1988). Ci sono poi i grossi felini: il Principe Giovanni, leone un po’ arruffato in Robin Hood (1973), Bagheera e Shere Khan ne Il Libro della Giungla (1967). E ancora Simba, Mufasa, Scar... Posti d’onore spettano a Malachia, il gatto di Paperino, disegnato da Enrico Faccini per il manifesto del festival (firmacopie con l’autore sabato 22 febbraio, ore 17.30, da Wow Spazio Fumetto) e agli Aristogatti, cui si ispira il “Concerto in Miao” del 2 marzo all’Auditorium San Diogini.Durante le giornate del festival, il museo del fumetto milanese verrà animato da laboratori e incontri tematici con disegnatori professionisti: appuntamenti il 16 febbraio, il 9 marzo e il 23 marzo, dalle 15.30 alle 17 a Milano (prenotazione obbligatoria alla mail edu@ museowow. it) e a Roma, dal 16 febbraio, alla Piramide Cestia, con visite guidate e performance cat art di Marco Duranti, artista che crea dipinti unici realizzati grazie al gioco con il suo gatto Sphynx, utilizzando colori pet food. Proprio come Matisse degli Aristogatti: a proposito dei quali segnaliamo anche l’uscita di un libro Disney “leggi e ascolta”, edito da Giunti, dedicato a loro.