La Stampa, 16 febbraio 2025
In morte di Francesco Rivella, chimico della Nutella
uidati dal fato, certi anniversari si caricano ancora di più di rimpianti, di ricordi e di significati. Nel giorno stesso in cui è stato commemorato il decennale della morte di Michele Ferrero, ad Alba è scomparso anche Francesco Rivella, chimico classe 1927, che per oltre 40 anni è stato un fedele collaboratore del patriarca del colosso dolciario, un vero e proprio braccio destro del signor Michele. Per certi versi, colui che ha tradotto tante idee in prodotti: dalla Nutella ai Ferrero Rocher.Erano gli anni mitici che i libri di storia associano al miracolo economico, quelli in cui la Ferrero cresceva esponenzialmente. Appena laureato come chimico bromatologo, Francesco Rivella fu assunto nel 1952, quando aveva 25 anni. E per decenni fu uno dei più assidui frequentatori di quella che in azienda ancora oggi viene chiamata la “Stanza della Chimica”, la cabina di regia dell’Olimpo ferreriano, la culla dei prodotti dove si selezionano le materie, si miscelano le molecole, si fanno analisi approfondite, ma anche concreti assaggi alla ricerca dell’equilibrio perfetto, senza alcuna fretta: per mettere a punto un prodotto, testarlo e lanciarlo, a volte possono passare anche cinque o dieci anni.
Di questo universo, Rivella è stato per lungo tempo uno dei protagonisti, sempre al fianco di Michele Ferrero, partecipando attivamente allo sviluppo dell’azienda da laboratorio artigianale a industria internazionale, dalla preparazione delle materie prime grezze al prodotto finito.
Dal 1973 al 1993, fu vice direttore delle ricerche di base del gruppo, con supervisione dei vari laboratori chimici e tecnologici in Italia, Germania e Francia. Come ricorda Gigi Padovani nel volume «Mondo Nutella» edito da Rizzoli, negli anni Cinquanta il chimico accompagnò il patriarca per numerosi viaggi nei paesi del Nord Europa: «Compravano cioccolatini, cremini, tavolette, merendine: li analizzavano, non per copiarli, ma per farli meglio. Volevano uscire dai surrogati e tostare in proprio il cacao». Nacquero così le tavolette fondenti Ducalba e tanti altri prodotti.
Padre di quattro figli – Paolo, Sandro, Enrico e Chiara – e nonno di sette nipoti, Francesco Rivella era un personaggio affabile e simpatico, molto noto ad Alba anche per le sue assidue frequentazioni allo sferisterio Mermet per assistere alle sfide dell’amata pallapugno, in particolare di Felice Bertola. Fu uno dei primi albesi ad andare a Medford, negli Stati Uniti, gettando le basi del gemellaggio tra le due città, ed era il socio più anziano del Rotary Club locale, essendosi iscritto nel 1970.
Presidente dell’Ordine dei chimici del Piemonte, fu amico di Primo Levi e lo portò ad Alba. Era anche un grande esperto di frutticoltura: fu presidente di un congresso mondiale sulla frutta secca a Sacramento e nel suo orto sulla collina di Altavilla il professor Romisondo dell’Università di Torino faceva i suoi esperimenti sul nocciolo. È stato anche presidente della Proloco di Barbaresco, suo paese natale, e vivace promotore della cultura del paese.
I funerali di Francesco Rivella saranno celebrati lunedì alle 15 nel Duomo di Alba.