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 2025  febbraio 16 Domenica calendario

Simona Izzo sul matrimonio

«Le seconde nozze sono in aumento e non mi stupisco: la vita è troppo breve per sposarsi una volta sola».Voleva dire troppo lunga...«No no. Troppo breve. Mica si può rimanere per sempre appesi al senso di fallimento». Questa per Simona Izzo non è teoria, ma pratica: due matrimoni. Il primo con Antonello Venditti, il secondo con Ricky Tognazzi. Nel mezzo una convivenza con Maurizio Costanzo.Bella recidiva...«Che ci posso fare, sono una fan del matrimonio, convinta che la seconda chance sia sempre migliore della prima. Anzi, le dirò di più, la fine del primo matrimonio va vissuta come un allenamento per il successivo. Quando ci si risposa si è più maturi, c’è più consapevolezza e voglia di far andar bene le cose. Con Antonello, invece, mi sono sposata che ero una ragazzina».Quanti anni aveva?«Ventitré, ci siamo uniti e separati civilmente. Avrei potuto fare cause, chiedere soldi. Ma lui è stato un buon padre con Francesco e questo mi è bastato. Poi sa, i matrimoni finiscono, e ne cominciano altri».Con Venditti dopo quanto vi siete lasciati?«Siamo stati 10 anni insieme, ci siamo sposati nel ‘76 e lasciati dopo 4 anni. Un grande amore tra alti e bassi. Ma credo che esibirsi davanti a 100 mila persone possa dare alla testa. Però quando ci siamo fidanzati non era ancora così famoso. Aveva scritto solo Roma Capoccia e io gli avevo pure detto “Mamma mia quanto è brutta”». Ride.Invece con Ricky Tognazzi come è andata?«Un colpo di fulmine durante il film Parole e baci prodotto da Claudio Bonivento. Era il mio primo film da regista, l’ho visto e l’ho scelto come protagonista. Ci siamo subito innamorati: stiamo insieme da 40 anni e abbiamo anche 4 nipotini. I figli di Francesco che lo chiamano nonno, anche se lui ci scherza su: “Ma no, chiamatemi zio”».Quando le ha chiesto la mano?«Mai. Lui non ci pensava proprio a risposarsi: aveva già dato ed era già papà di Sara. Diciamo che sono stata piuttosto tenace nel non mollare. Insomma, la dichiarazione gliel’ho fatta io. Tutt’ora dice di sentirsi “agli arresti” sentimentali».Non ha paura della routine?«Assolutamente no. Stiamo insieme 24 ore al giorno e ancora ci divertiamo tanto nella vita e sul lavoro. Puskin scriveva: “Della felicità buon surrogato l’abitudine il cielo ha donato”. E la mia felicità è fatta di certezze».