la Repubblica, 16 febbraio 2025
Record di seconde nozze
«Quando dico che a breve mi risposerò, tutti mi chiedono cos’è che non ho capito la prima volta». Tra qualche mese Francesca D’Agostino indosserà di nuovo l’abito bianco dopo 26 anni, alla soglia dei 50. Come lei, 44 mila persone nel 2023 hanno deciso di tornare all’altare per la seconda volta (ma anche la terza o la quarta), il numero più alto di sempre. E così in Italia il matrimonio scorre su due binari paralleli. Le nuove generazioni lo snobbano, sacro o laico che sia, e il 2024 ha confermato un declino che pare oramai irreversibile: rispetto all’anno precedente, le unioni sono calate del 6,7 per cento. Le seconde nozze, invece, non sono mai state così tante e oggi rappresentano un quarto di quelle celebrate ogni anno.Non che si tratti di una novità assoluta. «I matrimoni successivi al primo erano molto diffusi già in passato. Solo che allora ci si arrivava dopo la morte del coniuge – spiega Laura Arosio, professoressa di sociologia all’università Bicocca di Milano – mentre adesso cresce la quota di chi si risposa dopo un divorzio». Cioè il 15 per cento di tutti i nuovi sposi, più della metà se si considerano solo gli over 50. Con l’allungamento della vita media, l’idea di rimanere per sempre accanto allo stesso partner appare quasi illusoria. «Alcune cose si capiscono davvero solo a una certa età» sostiene Stefania Bottiglieri, 51 anni, napoletana. Il primo marito lo ha conosciuto quando aveva 15 anni, poi a 23 lo ha sposato: «È stato troppo precoce, non ero abbastanza matura. Con Gino, che a sua volta aveva un matrimonio lampo alle spalle, abbiamo aspettato undici anni prima del grande passo». Eppure risposarsi non è quasi mai nei programmi. «Dopo il divorzio mi ero detta: “Mai più” – ricorda Enza Gargiulo, 55 anni, della provincia di Savona – Poi sul lavoro ho conosciuto Enrico ed è stato un colpo di fulmine: alla fine l’ho sposato due volte». La prima nel 2012, matrimonio simbolico e viaggio di nozze in pullmino per portare aiuti ai terremotati dell’Emilia, la seconda con rito civile l’anno scorso. «Abbiamo festeggiato con pochi amici e in abiti sportivi, per me era come se fossimo già marito e moglie. Niente a che vedere con il mio primo matrimonio: abito principesco e ricevimento con 300 invitati».La parola d’ordine delle seconde volte, infatti, è ridurre. «L’obiettivo è anche quello di creare dei ricordidiversi dal primo matrimonio. Per questo tantissime coppie optano per un viaggio all’estero con pochi intimi», riferisce Costanza Giaconi, titolare di un’agenzia di wedding planning. Delle nozze che organizzano ogni anno, il dieci per cento sono seconde o ulteriori: «Di recente una coppia ha scelto di partire per Santorini con i testimoni. Terzo matrimonio per lui e secondo per lei». I riti personalizzati fanno da surrogati della cerimonia religiosa: «Abbiamo scelto quello della sabbia – racconta Enza – gli sposi versano in un vaso della sabbia di colori diversi, simbolo dell’unione di due individualità». Ma il secondo matrimonio non è solo il coronamento di un amore maturo. «Due anni fa – racconta Enza – il mio compagno ha avuto un grave incidente. In ospedale non volevano farmi entrare, così abbiamo capito che dovevamo tutelarci». «Quando raggiungi una certa età inizi a pensare che da un momento all’altro potrebbe succederti qualsiasi cosa – si accoda Stefania – Volevamo arrivare alla vecchiaia con più serenità». I matrimoni che seguono un divorzio, segnala però la sociologa, «sono più instabili dei primi. Se le separazioni spingono le seconde nozze, queste a loro volta accrescono i divorzi. Nell’immaginario comune si pensa che siano la volta buona per fare tesoro degli errori passati, ma in realtà danno vita a costellazioni familiari complesse, fatte di ex partner, figli e altri legami difficili da gestire. Inoltre chi si separa una volta mette in conto di poter interrompere di nuovo i rapporti quando le cose non vanno bene». Chi torna all’altare, però, non ha dubbi: «È l’amore della mia vita – è convinta Stefania – sarà anche l’ultimo».