Corriere della Sera, 15 febbraio 2025
Tutto quello che c’è da sapere sul pangolino
Ogni anno, il terzo sabato di febbraio, ricorre la Giornata mondiale del pangolino: la sua carne è considerata una prelibatezza e le sue squame sono impiegate nella medicina tradizionale
Abbiamo imparato a conoscerlo durante il Covid quando, dopo i pipistrelli, i serpenti e i visoni, è stato «accusato» di aver diffuso il coronavirus. Il pangolino – celebrato con una Giornata mondiale ogni terzo sabato di febbraio – sarebbe sconosciuto ai più se non fosse oggetto di una caccia indiscriminata che lo sta condannando all’estinzione. Questo esemplare, protetto dalla Convenzione internazionale di Washington (CITES) del 1975, è l’unico mammifero vivente coperto da scaglie di cheratina, la stessa proteina di cui sono fatte le unghie dell’uomo. Sfortunatamente questa loro «armatura» non li protegge dal contrabbando a cui sono soggetti: i pangolini sono, infatti, i mammiferi più trafficati al mondo. Le loro squame sono molto richieste per l’uso nella medicina tradizionale asiatica, come rimedi contro l’artrite e i disturbi gastrici, mentre la loro carne è considerata una prelibatezza, soprattutto in Cina. I pangolini vivono soprattutto durante la notte e si nutrono praticamente solo di formiche e termiti, che catturano con la lunghissima lingua, che può arrivare anche ad avere la stessa lunghezza del loro corpo. In caso di attacco, si appallottolano per proteggere la parte inferiore del loro corpo, l’unica senza protezione, utilizzano le squame come armatura ed emettono una sostanza dall’odore fastidioso come strategia di difesa.
Esistono otto specie di pangolino: 4 vivono in Asia e 4 in Africa, e sono classificate come «vulnerabili», «in pericolo» o «fortemente in pericolo» dalla Lista Rossa Iucn. Nello specifico, tra le specie asiatiche troviamo il pangolino cinese (Manis pentadactyla), diffuso principalmente in Cina, ma anche in parti del Nepal, Bhutan, India e Myanmar, e classificato come in pericolo critico; il pangolino del Borneo (Manis javanica), diffuso nel Sud-est asiatico, inclusi Indonesia, Malesia, Thailandia e Vietnam, e classificato come in pericolo critico; il pangolino indiano (Manis crassicaudata), che vive in India, Sri Lanka, Pakistan e parti del Bangladesh, ed è considerato come «in pericolo»; il pangolino delle Filippine (Manis culionensis), endemico delle Filippine e considerato come «in pericolo».
Tra le specie africane ci sono, poi, il Pangolino gigante (Smutsia gigantea), che sfiora i 2 metri di lunghezza e i 35 chilogrammi, vive nelle foreste pluviali dell’Africa centrale e occidentale, ed è considerato «in pericolo»; il
pangolino di Temminck o del Capo (Smutsia temminckii), che si trova nelle savane dell’Africa meridionale e orientale, ed è classificato come «vulnerabile (VU)»; il pangolino dalla coda lunga (Phataginus tetradactyla), che abita le foreste tropicali dell’Africa occidentale, è classificato come «vulnerabile» e – una curiosità – presenta 47 vertebre caudali, più di qualsiasi altro mammifero terrestre; il pangolino tricuspide o arboreo (Phataginus tricuspis), diffuso nelle foreste dell’Africa centrale e occidentale, considerato «in pericolo». Proprio la Iucn ha formato il Pangolin Specialist Group, un gruppo di studiosi e scienziati impegnati nella conservazione di questi animali, mentre all’inizio del Duemila in Vietnam è stato fondato il Carnivore and Pangolin Conservation Program (CPCP), organizzazione che protegge i pangolini e recupera quelli sequestrati ai bracconieri.
Secondo il Living Planet del Wwf, il pangolino cinese ha avuto un calo del 90 % dal 1960 a oggi. Un rapporto diffuso nel 2017 da TRAFFIC, il network internazionale che si occupa del monitoraggio del commercio di fauna e flora selvatiche, afferma che tra il 2010 e il 2015 sono state sequestrate circa 120 tonnellate tra pangolini e loro parti.
Proprio la capacità dei pangolini di appallottolarsi su se stessi in modo flessibile ha ispirato la presentazione nel 2023 di un robot di soli due centimetri, capace di cambiare forma e produrre calore, capace di fermare le emorragie interne, trasportare e rilasciare farmaci in parti del corpo difficili da raggiungere, uccidere le cellule tumorali. A svilupparlo sono stati i ricercatori del Max Planck Institute, guidati da Ren Hao Soon e Zhen Yin. Il pangolino è stato preso come modello per costruire un microscopico robot soffice, magnetico e privo di cavi, capace di raggiungere temperature di 70 gradi ed eseguire procedure mediche sui tessuti del corpo.
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