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 2025  febbraio 15 Sabato calendario

La patrimoniale (europea) mette d’accordo le sinistre

Tocca alla politica ridurre le disuguaglianze sociali e fiscali. Visto che i ricchi sono sempre più ricchi e le file dei ceti meno abbienti e tartassati si stanno ingrossando sempre di più. In attesa di decidere se marciare divisi o uniti alle prossime elezioni (quando saranno), i partiti di centrosinistra sono tornati a riunirsi per un confronto sulla tassazione dei più ricchia, “officiato” nella sede dell’istituto Treccani da Oxfam (che nell’ultimo rapporto ha evidenziato che la ricchezza dei Paperoni cresce a velocità tripla, mentre in 3,5 miliardi vivono con meno di 6,85 dollari al giorno). Ieri la confederazione internazionale di organizzazioni non profit che si dedicano alla riduzione della povertà globale ha fatto un passo ulteriore organizzando un convegno – ospite il premio Nobel Joseph Stiglitz – dedicato al ruo-lo dei sistemi fiscali nella lotta alla povertà e alle disuguaglianze. All’evento hanno partecipato anche i tre leader dell’opposizione e hanno trovato un minimo comune denominatore sull’eterna chimera della patrimoniale, raccogliendo l’assist fatto da Andrea Roventini, docente al Sant’Anna e in passato vicino al M5s. Per la segretaria del Pd, Elly Schlein, la discussione «va fatta a livello europeo», anche se la «tassa sui grandi patrimoni non può essere tabù». Anche per il leader M5s, Giuseppe Conte, una patrimoniale «va fatta a livello globale o quantomeno europeo, è un problema non solo di equità fiscale, ma di qualità della democrazia».Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, è apparso il più netto e ha proposto di cominciare dall’Italia, frenando la fuga dei capitali con un sistema che preveda la tassazione «negli anni successivi, anche nel momento in cui i capitali sono usciti» dai confini. «Dobbiamo lavorare a un’alleanza globale sul terreno della tassazione dei super ricchi. Ma c’è anche una questione che riguarda noi in Italia – ha spiegato Fratoianni -. Credo che sia arrivato il momento dell’imposizione patrimoniale sulle grandi ricchezze». Non solo, per il leader di Avs il tema deve diventare campo di battaglia politica del centrosinistra: «La nostra capacità di indicare una radicale alternativa diventa un terreno su cui si gioca – ha aggiunto -, senza il coraggio di un’alternativa la partita è persa».
Sulla tassa sui patrimoni resta però ben diversa la visione del governo. «La sinistra pensa sempre alle tasse – ha replicato il vicepremier Antonio Tajani -. Fino a quando FI sarà al governo non ci sarà alcuna patrimoniale. Noi siamo per ridurre la pressione fiscale. Questa è una priorità per tutelare il ceto medio».
Quanto alla rottamazione, FI «non è contraria se ci sono i mezzi, però è una tantum», ha ripetuto Tajani. E alle cartelle esattoriali continua a pensare l’altro vice- premier. Anche ieri Matteo Salvini ha battuto un colpo, ricordando che «ci sono più di 170 milioni di cartelle, ma quasi la metà riguarda debiti fino a mille euro e solo l’1,3% cifre superiori a mezzo milione. I dati dell’Agenzia delle Entrate confermano che per inseguire le multe (47,6% delle pratiche, ma 0,9% dell’importo potenzialmente incassabile) si trascurano i grandi evasori. Avanti tutta con la pace fiscale, su questo intendiamo confrontarci in tempi rapidi con gli alleati». Intanto dal Tesoro filtra che il decreto contro il “caro-bollette” annunciato dal ministro Giorgetti è in effetti in lavorazione, ma con ogni probabilità non sarà varato al Cdm di lunedì.