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 2025  febbraio 15 Sabato calendario

Putin contro l’Italia: anni di polemiche e attacchi


Buon sangue non corre. E la storia non mente. Soprattutto quella recente. Per questo l’ultimo attacco di Maria Zakharova, portavoce del ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, sorprende fino a un certo punto perché arriva dopo tre anni in cui i rapporti tra il Cremlino e il governo italiano non viaggiavano col vento in poppa. E il motivo, ça va sans dire, risiede nella decisione di Mosca di attaccare l’Ucraina dando inizio a una guerra tuttora in corso. A settembre 2022, pochi mesi dopo l’inizio del conflitto, la portavoce Zakharova stigmatizzava così le mosse a difesa di Kiev: «Roma è spinta al suicidio economico per la frenesia sanzionatoria euro-atlantica». E poi avvertiva: «In questo modo le imprese italiane saranno distrutte dai fratelli d’Oltreoceano». Dopo che l’inviata della Rai Stefania Battistini aveva (legittimamente) oltrepassato i confini russi nella regione del Kursk insieme alle truppe ucraine, la stessa portavoce l’aveva minacciata e poi aveva chiosato: «Non è il reato più grave dei dipendenti della Rai. I media occidentali continuano a impegnarsi nella riabilitazione mirata dei neonazisti ucraini e nella revisione delle decisioni del tribunale di Norimberga». Per poi rincarare la dose puntando il dito contro il Belpaese:
I beninformati a Mosca dicono che le sparate a cui ci ha ormai abituato la Zakharova siano un modo per accreditarsi agli occhi di Vladimir Putin. In un clima di Guerra fredda permanente, mostrarsi più realista del re aiuta sempre. Ed è anche in quest’ottica che vanno letti i continui attacchi che arrivano dalla Russia. Dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella passando per alcuni esponenti dell’esecutivo fino ad arrivare ai giornalisti. Ad usare parole di fuoco contro l’Italia non è stata solo la Zakharova. Basti pensare che l’ex primo ministro russo Dmitri Medvedev aveva detto di «odiare gli occidentali», ai quali aveva però chiesto di punire i politici alle urne, e poi nel giugno 2022 aveva criticato le sanzioni «illegittime» imposte dall’Italia contro i familiari dei politici russi, paragonandole ai metodi mafiosi delle organizzazioni come la ’Ndrangheta e Cosa Nostra. Nel mirino di Mosca, nel marzo 2023, ci è finito anche Guido Crosetto, definito dallo stesso Medvedev uno «sciocco raro» e dal capo della Wagner, Evgenij Prigozhin, un «mudak» (stronzo, ndr). A rendere più fosco il quadro la taglia da 15 milioni di dollari che Mosca, attraverso il gruppo paramilitare, avrebbe messo sul ministro della Difesa italiano, almeno stando all’allarme lanciato dalla nostra intelligence. A gennaio 2024, il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha collocato l’Italia tra i «Paesi dell’Asse, con Germania e Giappone» rievocando lo scacchiere geopolitico della seconda
guerra mondiale. Nella stessa occasione, la sempre presente portavoce Zakharova aveva sciorinato una lezione di giornalismo ai media italiani colpevoli – a suo dire – di non dare risalto alla vicenda dei saluti romani alla commemorazione della strage di Acca Larentia, affermando ironicamente che «visto che dedicano così tanta attenzione al tema della lotta al neo-fascismo, spero che tra poco presenteranno i loro reportage sulle manifestazioni dei neo-fascisti nel centro di Roma». Un tentativo di depistaggio informativo. Come quello di qualche giorno prima, messo in atto da un talk show trasmesso dalla Tv Rossija1 che aveva fatto esplicito riferimento a Giorgia Meloni e al suo partito per argomentare le tesi della propaganda del Cremlino. Nel novero degli attacchi al nostro paese vanno inseriti anche quelli informatici contro siti istituzionali italiani, tra cui il sito del Ministero dell’Interno e del Consiglio Superiore della Magistratura, in risposta al sostegno di Roma al presidente ucraino Volodymyr Zelensky più volte ricevuto dal nostro governo. E c’è da scommettere che di attacchi ne arriveranno ancora.